C’è la folla delle grandi occasioni al Palazzo di Giustizia di Catania. Nell’aula ‘Serafino Fama’ si è insediato il procuratore della Repubblica, fresco di nomina, Carmelo Zuccaro.

Ci sono gli avvocati, i giudici, i magistrati, i funzionari del tribunale e le massime autorità civili e militari di Catania. C’è un drappello di giornalisti che rincorre il procuratore per una battuta, un’intervista e Zuccaro si concede qualche minuto ai cronisti prima dell’inizio della cerimonia.

Lo aveva detto appena saputo della nomina da parte del Csm e lo ha ribadito oggi davanti alle telecamere: Catania è una città ‘soffocata’ dalla mafia che ha bisogno di legalità. 

“Questa città ha bisogno soprattutto di legalità – ha detto Zuccaro – di recuperare il senso della legge e soprattutto della giustizia. Abbiamo una città che è soffocata dalla criminalità mafiosa che sta spiazzando l’imprenditoria sana. Abbiamo bisogno che le cose cambino. Assolutamente”.

Con uno sguardo rivolto al futuro, ma elogiando il gioco di squadra fatto prima con il procuratore Giovanni Salvi e poi durante la reggenza di Michelangelo Patanè, Zuccaro commenta: “Credo che sia questo lo spirito nella scelta del Csm, una nomina fatta nel segno della continuità”.

“Il procuratore Giovanni Salvi ha operato in maniera formidabile in questa città – ha continuato Zuccaro – ha fatto un lavoro di squadra motivando benissimo le persone e alcuni risultati che sembrano individuali sono in realtà di squadra. La nomina mia e quella del collega Amedeo Bertone a Caltanissetta in due delle Procure Distrettuali più importanti è risultato di questo lavoro di gruppo”.