Dai 140 milioni di euro di disavanzo certificato nel 2011 ai ben 580 milioni di euro di disavanzo nel 2017, lo scorso anno. Nonostante sottoposta ad un piano di riequilibrio la Città di Catania continuerebbe a scavare debiti su debiti tanto da aver aumentato di quattro volte il disavanzo. E’ quanto, in estrema sintesi, viene contestato dalla Corte dei Conti all’amministrazione di Enzo Bianco. La situazione è, naturalmente, molto più complessa di così nel dettaglio e ci sono voci ‘comprensibili’ e altre che, secondo le contestazioni del giudice contabile Giovanni Di Pietro nella sua relazione alla Corte, sarebbero, invece, meno se non del tutto incomprensibili o impossibili da giustificare.
L’udienza è iniziata con un battibecco fra la Corte e l’amministrazione catanese che ha fatto pervenire la documentazione giustificativa solo il 2 maggio. Un ritardo che ha stoppato il contradditorio ed alla fine ha causato un rinvio della decisione ma che non ha certo ben disposto i giudici.
Ma poi il sindaco Bianco ha difeso i conti etnei (leggi qui la sua nota per intero). Sono quattro, per il primo cittadino, le cause dell’ulteriore disavanzo che comunque sarebbe più contenuto rispetto a quanto sostiene la Corte. In primo luogo una errata valutazione sul taglio dei trasferimenti statali e regionali contenuta nel primo Piano di riequilibrio, un errore commesso dall’amministrazione precedente che ora si ripercuote su questa, poi una quantità di debiti fuori bilancio emersi a causa delle nuove norme sulla contabilità nei comuni e prima non conteggiati, anche questo ascrivibile a precedenti amministrazioni, una serie di contenziosi in cui l’amministrazione risulta soccombente e infine la più grande crisi dal dopoguerra ad oggi. Nessuno dei motivi è ascrivibile a questa amministrazione.
Poi il primo cittadino ha lanciato una stoccata al collega e amico (o ex amico) Leoluca Orlando e alla città di Palermo rispolverando vecchie rivalità fra le due maggiori città siciliane. ‘Catania è la più grande città d’Italia non capoluogo di Regione. Noi dobbiamo farcela da soli senza l’indotto che deriva da parlamento e regione’. Le parole non sonos tate proprio queste ma il concetto sì.
Comunque, secondo Bianco, il maggior disavanzo è coperto dal piano trentennale di riequilibrio. Per la città di Catania nel complesso si tratta di poco più di 850 milioni nell’intero periodo, per la Corte, però, di oltre un miliardo. Differenze che dovranno essere analizzate e approfondite
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