Ergastolo per Salvatore Di Grazia, imputato per l’omicidio della moglie Mariella Cimò, misteriosamente scomparsa cinque anni fa al’età di 72 anni, e il cui corpo non è stato mai trovato. E’ la richiesta del pm, il sostituto procuratore della Repubblica, Angelo Busacca alla corte d’Assise di Catania al termine della requisitoria iniziata stamattina e protrattasi sino alle 13.

Per il pm Busacca non ci sono dubbi: è stato Salvatore Di Grazia ad uccidere la moglie e ad occultarne il cadavere. Ecco perché non “merita alcuna attenuante” perché “non soltanto ha mentito, ma anche depistato”, e ha inoltre “tenuto un pessimo comportamento processuale”. E per questo va condannato all’ergastolo. In aula oggi ha parlato anche l’imputato che ha reso spontanee dichiarazioni  ribadendo la sua estraneità, “la sincerità viene punita” e “molti fatti confluenti” su di essa “o sono sottaciuti o non considerati”.

E’ stato ‘duello’ dinanzi alla seconda Corte d’assise di Catania presieduta da Antonio Cuteri tra l’accusa e Salvatore Di Grazia, 80enne, imputato dell’omicidio della la moglie, Mariella Cimò, 72 anni, al culmine di una lite per motivi economici e passionali, facendo poi sparire il corpo che non è stato trovato. Un processo senza ‘corpo del reato’, ma che per la Procura si basa su “45 gravi e univoci indizi di colpevolezza”, elencati uno per uno in aula. L’ultimo riassume il movente: “Di Grazia in definitiva si è liberato della moglie (probabilmente in esito ad un fatale ultimo litigio) per continuare liberamente (se non per incrementare) la già disinvolta e talora frenetica frequentazione di donne ad esclusivi scopi sessuali per lo più verso pagamento di somme di denaro”. Punti che il presunto uxoricida ha definito in maniera ironica “45 barzellette”.

Di Grazia spera ancora che sua moglie ritorni a casa. “Era troppo riservata – sostiene – magari essersi vista sulle televisioni nazionali le impedisce di tornare a casa”. Ma lui, sostiene, non ha perso la speranza: “Perché non si può parlare di scomparsa autonoma? E’ stata uccisa? E da chi? Io so che non sono stato io, perché siamo esseri umani e non animali, ma ché scherziamo…”. Poi la speranza: “Io sono rimasto solo perché aspetto mia moglie: spero di morire il giorno dopo il suo ritorno. Spero torni domani e io possa morire dopodomani”.

Mariella Cimò scompare di casa il 25 agosto, la stessa mattina aveva avuto un acceso diverbio dovuto, a quanto pare, al fatto che lei vuole che suo marito Salvatore ex informatore medico scientifico e all’epoca dei fatti gestore di un autolavaggio e si dedichi insieme a lei alla cura degli animali: di cani ne ha una ventina, quaranta i gatti. L’uomo però non è d’accordo, anche perché, secondo quanto emerso dalle indagini, Di Grazia utilizzava gli uffici per incontri legati a relazioni extraconiugali. Al termine del litigio Salvatore esce di casa e, quando vi fa rientro, intorno alle 20, Mariella non c’è più.

Inizialmente pensa a un dispetto da parte della moglie e quindi ne denuncia la scomparsa solo 10 giorni dopo. Da casa manca della biancheria di Mariella, una borsa, i documenti della donna e circa 40 mila euro. Tuttavia, Mariella si sarebbe allontanata senza prendere l’auto e lasciando a casa i cellulari.

La procura di Catania apre un fascicolo per sequestro di persona a carico di ignoti e, nell’ottobre 2011, iscrive Salvatore Di Grazia nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio e distruzione di cadavere. “Un atto dovuto” – viene detto – per autorizzare le perquisizioni e i rilievi del Ris nella casa di San Gregorio, nell’autolavaggio e in una villetta al mare a Pozzillo Di Acireale. Da questi rilievi però non emerge nulla.

Si scoprono invece delle ombre nella vita di Salvatore Di Grazia che, a quanto pare, è solito frequentare donne molto più giovani di lui. Gli incontri avvengono in una stanzetta adibita ad hoc proprio all’interno dell’autolavaggio e Mariella, che lo aveva scoperto, aveva dimostrato più volte la sua gelosia. Inoltre, sostengono i famigliari della donna, Mariella non si sarebbe mai allontanata a piedi da casa perché la strada è dissestata e lei usa abitualmente scarpe con tacco 12. Infine, le telecamere di sorveglianza di una villa vicino alla sua abitazione non ne hanno ripreso il passaggio, mentre quello stesso giorno hanno ripreso Salvatore mentre entrava e usciva di casa con in macchina un vistoso fusto di plastica nera che non si sa cosa contenesse.

La prossima udienza prevista per il 21 ottobre con l’intervento delle parti civili.