E’ bagarre a Palazzo degli Elefanti dove il Consiglio comunale è stato chiamato a votare il rendiconto 2016. L’aula è stata convocata d’urgenza, ma ieri è venuto meno il numero legale così stasera basteranno 18 voti per far passare l’atto. Ciò che lamentano le opposizioni è proprio lo sprint a cui l’assemblea cittadina è stata chiamata per deliberare un documento così importante che è stato trasmesso al Consiglio solo sei giorni prima.
Va detto che sono a rischio i trasferimenti statali e con essi anche il pagamento degli stipendi ai dipendenti e alle cooperative.
Il primo ad insorgere è stato il vicepresidente vicario del Consiglio comunale Sebastiano Arcidiacono: “Si sta costruendo un castello di bugie e ricostruzioni artefatte della realtà, per costringere con un blitz quello che resta della ex maggioranza consiliare ad approvare, contro la legge e i regolamenti, la delibera con i suoi 24 documenti allegati”.
Duro anche il gruppo di FdI che attraverso Manlio Messina e preannunciando un ricorso al Tar qualora la delibera dovesse passare afferma che “si scarica sul consiglio comunale la responsabilità di una mancata approvazione di un rendiconto, in ritardo di tre mesi, che comporterebbe lo slittamento dei pagamenti degli stipendi dei dipendenti comunali. La responsabilità è solo del sindaco Bianco, dell’assessore al bilancio e di tutta la sua giunta che esercitano pressioni per nascondere le irregolarità dei conti comunali”.
Va oltre il Movimento 5 Stelle che, pur non avendo rappresentati in Consiglio comunale, sposta il dibattito a Montecitorio interrogando il ministro Padoan e il governo sul mancato rispetto dei termini di trasmissione del rendiconto 2016 e sul ritardo nell’approvazione del nuovo piano di riequilibrio finanziario.
In una nota i parlamentari nazionali Giulia Grillo, Nunzia Catalfo, Ornella Bertorotta, Mario Giarrusso e la parlamentare dell’Ars Gianina Ciancio ricordano che “il sindaco Bianco prova a violare la legge facendo approvare in tutta fretta il rendiconto 2016 in palese violazione del comma 2 dell’articolo 227 del D.Lgs 267/2000 del TUEL che prevede termini ben precisi per la trasmissione del documento ai consiglieri comunali”.
“Di fronte a questa ennesima violazione della legge – prosegue la nota – che si perpetua ormai da 4 anni all’interno del comune di Catania, sollecitiamo anche l’interrogazione, già depositata nei giorni scorsi, sull’approvazione in ritardo della rimodulazione del piano di riequilibrio finanziario che doveva essere approvato il 31 maggio scorso (art.1 comma 434 L.232/2106) e che è avvenuta il 2 giugno 2017. Soprattutto il ministero dell’Interno deve chiarire se ha autorizzato il superamento dei termini di legge, così come ha affermato il ragioniere generale Rosso del Comune di Catania”.
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