Nelle controversie tra consumatori e compagnie di telecomunicazioni, il Corecom si conferma sempre di più punto di riferimento fondamentale per i cittadini siciliani. Lo dimostrano i dati sulle conciliazioni del 2015 che segnano un significativo incremento rispetto al 2014: le istanze di conciliazione pervenute al Corecom Sicilia sono state nei 12 mesi scorsi ben 2.666 (nel 2014 ne arrivarono 2349) e circa la metà (1.047) si è conclusa con esito positivo in tempi che, dalla data di protocollo alla data del verbale di conciliazione non hanno superato in media i 48 giorni.
Grazie alle conciliazioni presso il Corecom Sicilia i consumatori siciliani si sono visti redistribuire più di 535 mila euro (sotto forma di indennizzi, rimborsi, stralci o altro). Spesso, inoltre, le conciliazioni si sono risolte positivamente con accordi pre-udienza tra le parti. In più, tra i soggetti che sempre più spesso si rivolgono al Corecom per la risoluzione di controversie ci sono gli enti locali, che ottengono così importanti risultati in termini si spending review.
Le conciliazioni – servizio gratuito dei Corecom delle diverse regioni italiane per i cittadini – sono obbligatorie prima di rivolgersi alla giustizia ordinaria nei casi di contenziosi con le compagnie di telecomunicazioni (gestori telefonici o provider di servizi internet); dati così positivi, come quelli del Corecom Sicilia 2015, dimostrano quindi il ruolo strategico che i Corecom svolgono, per esempio, nella riduzione del numero delle istanze che intasano i tribunali ordinari.
E nel 2016 sono attesi risultati ancora migliori. “I risultati del 2015 sono eccellenti, ma siamo sicuri che saranno migliori l’anno prossimo”. Innanzitutto – spiega il presidente del Corecom Sicilia, Ciro Di Vuolo – perché con la firma delle nuove deleghe Agcom, il Corecom Sicilia si occuperà non più soltanto delle istanze di Conciliazione, ma anche delle definizioni delle stesse. In secondo luogo, perché entro la fine dell’anno sarà disponibile, in locali della Regione siciliana, anche la nuova sede di Catania, superando quella che fino a oggi è stata una specie di ‘discriminazione territoriale’ nei confronti dei cittadini della Sicilia orientale”.
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