La Procura distrettuale di Catania ha emesso un decreto di citazione a giudizio, su indagini della Dia, per corruzione elettorale sulle scorse regionali in Sicilia. Tra i destinatari del provvedimento l’ex consigliere comunale di Fi di Catania, Riccardo Pellegrino, che si era candidato a sindaco con una lista civica in disaccordo col suo partito.

La notizia, riportata sulla pagina di Catania del sito Meridionews, ha trovato conferme in sedi legali. Tra i dodici imputatati anche l’ex sindaco di Aci Catena, Ascensio Maesano, e l’ex sindaco di Mascali ed ex deputato regionale Biagio Susinni. Il fascicolo, coordinato dal procuratore Carmelo Zuccaro, si basa su indagini della Dia di Catania, diretta da Renato Panvini.

La prima udienza del processo è stata fissata per il prossimo 3 marzo davanti alla quarta sezione del Tribunale penale in composizione monocratica. Il ‘faro’ e’ stato acceso sulla campagna elettorale per le scorse Regionali. L’inchiesta tratta il presunto sostegno dato, con la “consegna di denaro” e il “pagamento di 50 euro a voto”, per “ottenere consensi in favore di Riccardo Pellegrino”, che era candidato nelle liste di Forza Italia.

Oltre a Pellegrino, Maesano e Susinni, ci sono anche Gesualdo Briganti, Antonino Castorina, Orazio Sebastiano Cutuli, Salvatore Di Benedetto, Antonio Di Benedetto, Ivan Andrea Guarrera, Salvatore Gulisano Giuseppe Panebianco e Filippo Pellegrino. Dalle indagini della Dia di Catania emergerebbero diversi episodi di corruzione elettorale. In particolare, sostiene la Procura, “Susinni e Maesano avrebbero messo in contatto Riccardo Pellegrino con Giuseppe Panebianco, mantenendo così l’influenza politica del Maesano ad Aci Catena”.

In quest’ambito Filippo e Riccardo Pellegrino avrebbero “consegnato a Panebianco e Guarrera svariate somme di denaro”. Tra queste ‘dazioni’ la Procura ritiene di avere individuato “certamente una somma pari a 3.000 euro, in cambio di un numero imprecisato di voti per l’importo di 50 euro a preferenza”, altri “1.000 euro a Cutuli sempre per 50 euro a voto” e ” la promessa di 1.300 euro a Castorina, somma corrisposta” dopo le elezioni. Altre due consegne di denaro in cambio di voti sono contestate dalla Procura di Catania, la somma resta imprecisata.

(Ansa)