Era stata costretta a prostituirsi e a versare ai suoi ‘sfruttatori’ metà dell’incasso della nottata. Con tanto di schiaffi e botte se non riusciva a mantenere la cifra pattuita. E’ la storia di ‘Irina’ (nome di fantasia) una ragazza bulgara di 22 anni venuta in Italia con sogni e speranze, ma finita a ‘battere’ sui marciapiedi di piazza Giovanni XXIII e di corso Dei Martiri.

A distanza di quattro mesi, era il 13 dicembre 2015 quando la donna è stata fermata dalla polizia mentre si prostituiva nella zona della Stazione Centrale di Catania, grazie al suo racconto, gli investigatori sono risaliti all’identità dei due sfruttatori: Ilcho Drumev, 25 anni e Valyo Ramadanov 37 anni, sono stati fermati perché gravemente indiziati, in concorso tra loro, dei reati di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.

E’ stata ‘Irina’, stanca dei soprusi e fortemente provata, a riferire agli investigatori di essere stata portata da un piccolo paese bulgaro a Catania da Valyo nel 2013 che l’aveva costretta a prostituirsi.

Era lui che, oltre a controllare l’attività della donna con l’aiuto dell’altro connazionale, Ilcho, la costringeva a versare almeno la metà del ricavato della sua attività, malmenandola nei casi in cui non riusciva ad incassare la cifra attesa.

Quando Ramadanov lasciava Catania per tornare in Bulgaria, Drumev lo sostituiva, accompagnando ‘Irina’ sul luogo di lavoro. E sempre più spesso la derubava e la picchiava per avere i suoi soldi.

Drumev si recava spesso nel luogo in cui ‘Irina’ si prostituiva, ne controllava l’attività anche per verificare l’andamento degli affari e, in un’occasione, quando la donna aveva tentato di sottrarsi al suo controllo scappando da casa, l’aveva raggiunta, picchiando sia lei che un’altra giovane ‘collega’ bulgara che aveva tentato di difenderla.

Le indagini della Squadra Mobile, con intercettazioni ambientali e appostamenti, hanno permesso di rintracciare e fermare Drumev già lo scorso 14 dicembre mentre Ramadanov era irreperibile. Fino a ieri mattina quando è stato sorpreso nella zona del centro cittadino. Entrambi sono stati rinchiusi nel carcere di Catania Piazza Lanza.

(foto archivio)

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