Continua la battaglia legale delle 8 famiglie residenti in una delle palazzine di via Castromarino a Catania che sono state escluse dall’accordo che nel dicembre scorso aveva portato il Comune a consegnare gli immobili alla Cmc, ditta esecutrice dei lavori di una tratta della metropolitana. Questi nuclei familiari hanno presentato due esposti nell’arco degli ultimi giorni alla Procura di Catania per l’impossibilità ad accedere alle case di proprietà e perché ci sarebbero stati diversi furti all’interno dei rispettivi appartamenti. Hanno rimesso tutto nelle mani del loro legale di fiducia, l’avvocato Giuseppe Lipera del foro di Catania, per chiedere che vengano puniti i responsabili di quanto accaduto.
Impossibilità all’accesso
Il braccio di ferro è con la ditta Cmc, citata nell’esposto per aver approntato un cantiere impedendo, secondo quanto sostengono i firmatari, a queste 8 famiglie di poter accedere ai loro appartamenti. La Cmc ha attivato un cantiere in seguito all’accordo stabilito con il Comune etneo che è consistito nell’acquisto dell’intero nucleo di abitazioni, liquidando il corrispettivo ai proprietari secondo il valore delle abitazioni prima del crollo. Il crollo era avvenuto il 20 gennaio 2020 durante i lavori alla metropolitana che avrebbero per l’appunto causato il cedimento. La palazzina, sulla base dell’accordo, dovrà essere demolita per consentire la ripresa in sicurezza dei lavori della metro. Successivamente i nuovi proprietari potranno realizzare, con le stesse cubature, un altro immobile.
I motivi dell’esposto
Secondo le 8 famiglie firmatarie dell’esposto l’aver impedito di accedere ai propri immobili avrebbe “comportato non solo il totale ammaloramento degli stessi ma addirittura ha favorito episodi di furto all’interno degli appartamenti nello stabile”. Ad essere stati segnalati i furti di infissi in diversi degli appartamenti delle stesse 8 famiglie, ma anche di recipienti e motorini di acqua.
Situazione che si aggrava
“Tali furti – si legge nell’esposto presentato al procuratore e al gip del tribunale di Catania – sono stati consumati nonostante la Cmc sia l’unica ad accedere all’interno dello stabile, stante il cantiere dalla stessa approntato nell’immobile ed in forza del quale è sorto in capo alla stessa l’onere di custodire i nostri appartamenti. Le ulteriori gravissime circostanze non fanno altro che aggravare la situazione patrimoniale delle famiglie già stremata dall’essere rimaste senza un tetto sulla testa per colpa di negligenze altrui”.
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