E’ stato un giovane migrante originario del Ghana a portare una croce in legno realizzata con i resti dei barconi sbarcati a Lampedusa. Così Catania, in occasione del la Giornata mondiale del rifugiato, ha celebrato il Giubileo dei Migranti.

La città ‘terra di accoglienza’ con il suo Porto e con le associazioni di volontariato, in questi ultimi anni è stata al centro di numerosi sbarchi e punto di approdo per le migliaia di migranti che fuggiti dalla guerra, dalla carestia e dalla violenza hanno scelto le nostre coste per cercare di iniziare una nuova vita.

Per l’inizio del rito giubilare e per il pellegrinaggio verso la Porta Santa della Cattedrale di Catania, fedeli dello Sri Lanka di lingua cingalese e tamil, della comunità mauriziana, ungherese, polacca, ucraina, colombiana, ghanese e nigeriana si sono dati appuntamento alla Basilica Collegiata.

A guidare il corteo religioso è stato il giovane migrante del Ghana che ha portato una croce in legno, realizzata con i resti dei barconi dei profughi sbarcati a Lampedusa, in ricordo di quanti hanno perso la vita in mare.

Ad accogliere i migranti è stato l’arcivescovo Salvatore Gristina che ha presieduto l’eucarestia con la partecipazione dei sacerdoti concelebranti Kalupale Olivarius Edward della Tanzania, padre Gianni Di Gennaro, gesuita, referente del Centro Astalli di Catania, padre Salvatore Cardile del Pime e l’assistenza dei diaconi Giuseppe Cannizzo, direttore Migrantes, Santo Rizzo e Francesco Leto.

La liturgia è stata animata dalla Corale parrocchiale della Cattedrale, diretta da Puccio Sanfilippo e dai vari rappresentanti delle comunità multietniche cittadine che hanno proclamato le letture del giorno e le preghiere dei fedeli in sei differenti lingue (cingalese, tamil, mauriziano creolo, spagnolo, inglese e italiano).

Nell’omelia monsignor Gristina ha ricordato l’importanza del dialogo interreligioso e dell’ecumenismo, come strade da seguire per promuovere una società fondata sull’accoglienza.

Toccante anche il momento dell’offertorio nel quale sei bambine dello Sri Lanka in ambiti tradizionali, con un lumino in mano, hanno preceduto, danzando, coloro che hanno portato i doni all’altare. Presenti per la Comunità di Sant’Egidio, Walter Cerreti, Massimiliano Abramo, Angela Pascarella e i rappresentanti delle numerose associazioni mauriziane e srilankesi che cooperano con la Migrantes diocesana.

L’iniziativa è stata promossa dall’Ufficio Pastorale Migrantes in collaborazione con il Centro Astalli, la Comunità di Sant’Egidio e delle varie associazioni di volontariato.