Il giorno dopo i Renzi days in Sicilia restano, per ora, le promesse del premier e le aspettative dei siciliani. Non si può dire che il presidente del Consiglio si sia risparmiato visto che ha attraversato l’Isola garantendo, a seconda delle esigenze del luogo in cui si trovasse, interventi mirati ed un futuro migliore.

Si pensi, ad esempio, a ciò che ha detto alla gente di Trapani che teme il dietrofront di Ryanair a partire dal prossimo marzo.

RENZI A TRAPANI

Matteo Renzi ci mette la faccia e assicura “un impegno personale” sciorinando numeri sul successo che hanno le Baleari e le Canarie rispetto all’incoming siciliano. Va tuttavia ricordato che solo alcune settimane fa Ryanair aveva accolto con grande favore le iniziative prese dal Governo di annullare l’incremento di €2.50 della tassa municipale e la modifica delle linee guida aeroportuali del ministro Graziano Delrio, che permetteranno agli aeroporti regionali italiani di competere in condizioni di parità con gli aeroporti di Roma e Milano, purché siano conformi alle norme MEIP dell’UE. Insomma Renzi di argomenti da presentare al management della compagnia low-cost ne ha parecchi.

RENZI A PALERMO

Passando sulla sponda orientale dell’Isola, il premier – come avvenuto a Palermo e Catania in occasione della firma dei ‘Patti’ – a Messina elenca le azioni previste nell’accordo: “Lo svincolo di Giostra, il porto di Tremestieri, l’acquedotto di Fiumefreddo, interventi per il Consorzio autostrade siciliane e per strade provinciali, il Palazzo di Giustizia, il porto turistico di Santo Stefano di Camastra, la riqualificazione di quattro aree di Messina e ancora interventi per l’ambiente e per la messa in sicurezza dal rischio sismico e idrogeologico”. Insomma, un rosario di impegni che i messinesi annotano su un taccuino dei desiderata nella speranza che, per dirla alla Renzi, sia ‘la volta buona’.

E poi c’è il Ponte. Dimentichiamoci il sindaco Matteo che nella fase della rottamazione aveva demolito l’opera esortando di investire quei fondi nelle scuole. Oggi il ponte è centrale nell’agenda di Renzi: “Non capisco perché in un paese normale si possono investire miliardi per le infrastrutture e se si mettono un po’ di soldi per collegare la Sicilia alla Calabria si debba parlare di sciagura mondiale. Questo atteggiamento è insopportabile. E’ insopportabile chi dice che gli investimenti al Sud vanno in mano alla criminalità”, ha sbottato dal palco di Palermo al suo arrivo in Sicilia.

RENZI A TAORMINA

Ma il fiore che Renzi vuole appuntarsi all’occhiello è certamente il G7 in programma a Taormina nel maggio 2017. Il premier si gioca la credibilità internazionale ed è sicuro del ritorno d’immagine: “Non c’è immagine mediatica più impattante in tutto il mondo – ha detto – della foto finale del gruppo del G7”.

Resta da chiarire un messaggio sibillino che il presidente del Consiglio ha consegnato ai giornalisti in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’evento internazionale: “Non passi il messaggio che arriva il G7 e avremo compensazioni. Non ce ne saranno, ci saranno invece, disagi e non banali”.

E’ logico che Taormina in quei giorni diventerà una ‘zona rossa’, ma oltre al “ritorno impagabile” per il territorio da un punto di vista di immagine occorre comprendere a fondo quale azione infrastrutturale verrà garantita. L’A19, ad esempio, è interrotta da una frana da circa un anno e quasi tutta la tratta non si presenta nel migliore dei modi.

RENZI A MESSINA

Sullo sfondo c’è ovviamente quel Sì che Matteo Renzi cerca di ottenere dalla Sicilia in vista del referendum e la raffica di contestazioni che hanno accompagnato l’incedere del corteo presidenziale in questa due giorni.

C’è chi sostiene che nel Sud i sondaggi al momento vedano il No favorito e nell’Isola l’ipotesi di un successo dei 5 Stelle alle Regionali è tutt’altro che peregrina. In Sicilia la scadenza referendaria e poi quella elettorale in programma fra un anno rappresentano un crocevia determinante per il prosieguo dell’esperienza governativa di Matteo Renzi, ma soprattutto sono il bypass che determinerà il futuro politico della pletora siciliana che lo ha accompagnato.

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