• Danno erariale alla Città Metropolitana di Catania
  • E’ l’ipotesi della Procura regionale della Corte dei conti
  • Citate in giudizio tredici persone
  • Tra loro l’ex sindaco Bianco e l’attuale sindaco Pogliese
  • Nell’occhio del ciclone le indennità di risultato corrisposte ai dirigenti
  • Il danno erariale ammonterebbe a quasi un milione di euro

La Procura regionale della Corte dei conti, a seguito degli accertamenti espletati dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catania, ha citato in giudizio per danno all’Erario diversi soggetti a vario titolo in rapporto con la Città Metropolitana di Catania tra il 2014 e il 2017.

Le tredici persone citate in giudizio

Le persone citate in giudizio sono: Giuseppe Romano (Commissario Straordinario), Francesca Paola Gargano ( Commissario Straordinario), Vincenzo Bianco (Sindaco Metropolitano), Salvatore Domenico Antonio Pogliese (Sindaco Metropolitano), Francesca Ganci (Direttore Generale), Ignazio Baglieri (Segretario Generale), Roberto Cosio (componente dell’Organismo Indipendente di Valutazione), Santa Strano (componente dell’Organismo Indipendente di Valutazione), Renato D’Amico (componente dell’Organismo Indipendente di Valutazione), Concetta Silvestra Furia (componente dell’Organismo Indipendente di Valutazione), Giuseppina Burtone (componente dell’Organismo Indipendente di Valutazione), Alfredo Lanaia (componente dell’Organismo Indipendente di Valutazione), Diane Litrico (Dirigente del Servizio Affari Generali e Risorse Umane).

L’ipotesi di danno erariale

L’ipotesi di danno erariale ha ad oggetto l’ingiustificata attribuzione, in violazione dei presupposti legali e contrattuali, dell’indennità di risultato ai dirigenti della Città Metropolitana (ex Provincia) di Catania negli anni 2014-2017.

Le indennità di risultato ai dirigenti

Nel dettaglio, secondo la prospettazione della Procura erariale, nelle annualità considerate sono state rilevate plurime criticità nel ciclo di gestione della performance, tali da determinare la violazione del principio di necessaria correlazione tra l’erogazione di premi ed i risultati raggiunti, e rendere, dunque, ingiustificata, l’attribuzione dell’indennità di risultato ai dirigenti (8 nel 2014, 10 nel 2015, 7 nel 2016 e 7 nel 2017).

Il Piano della Performance e gli obiettivi non raggiunti

In particolare, in molti casi gli obiettivi assegnati ai dirigenti sono risultati generici e riferibili all’ordinaria attività dell’Ente, in contrasto con la finalità di incentivazione del merito, oltre che identicamente riproposti nelle diverse annualità e talvolta già ricompresi in un diverso obiettivo o già raggiunti prima dell’approvazione del Piano della Performance. Inoltre, con riguardo alle annualità 2016 e 2017 è stata riscontrata l’assoluta assenza di predeterminazione degli obiettivi, poiché nel 2016 il Piano provvisorio degli obiettivi è stato approvato solamente a fine anno (mese di novembre), mentre nel 2017 non risulta l’approvazione di alcun Piano degli obiettivi, né definitivo né provvisorio. Infine, in tutte le annualità considerate è sempre stato erogato l’intero fondo per la dirigenza, anche allorquando gli obiettivi assegnati non erano stati integralmente raggiunti.

Quasi un milione di euro di danno erariale

Il danno erariale complessivamente subito dalla Città Metropolitana di Catania a seguito dell’indebita corresponsione dell’indennità di risultato ai dirigenti è pari ad euro euro 981.303,12, contestato in quota parte a ciascun soggetto in relazione al proprio apporto causale nell’intera vicenda.

La reazione di Pogliese “iniziativa surreale”

“Nel massimo rispetto di ogni magistratura, questa iniziativa assunta dalla procura regionale della Corte dei Conti non posso che definirla surreale, poiché, come rappresentante legale della Città Metropolitana, incarico che il sindaco del capoluogo democraticamente eletto svolge gratuitamente, ho solo doverosamente sottoscritto la conclusione di una procedura di un Organismo Indipendente che altri avevano nominato, relativa al periodo 2013-2017, quando ancora non si erano neppure svolte le elezioni comunali, avvenute com’è noto nel giugno 2018, ed ero ancora deputato al Parlamento Europeo. Come Amministratore pubblico che si dibatte quotidianamente tra mille difficoltà, devo rispondere di una vicenda di cui non potevo né conoscere i contorni, né tantomeno incidere, eppure chiamato in causa senza fondate ragioni. Seppure non possa nascondere il dispiacere per le ingiustificate contestazioni che mi vengono mosse, rimango tuttavia fiducioso che quando un organo terzo della magistratura valuterà serenamente i fatti, decreterà la mia palese estraneità ai rilievi che mi vengono inspiegabilmente contestati”.