• Consorzi di Bonifica: da funzionari a Dirigenti senza concorso
  • La denuncia dell’associazione Dirigenti della regione Siciliana
  • Una lettera indirizzata a Musumeci
  • Chiesto all’Amministrazione di rivedere le delibere

“Abbiamo appreso che più di venti funzionari direttivi degli 11 Consorzi di Bonifica siciliani, tuttora in regime di “periodo transitorio” e con il rispettivo Collegio dei Revisori dei Conti non costituito, sono stati “promossi” in massa per “merito comparativo”, a dirigenti a tempo indeterminato“. L’associazione Dirigenti della regione Siciliana (DIRSI) lo scrive in una lettera indirizzata al Presidente della Regione Siciliana.

Senza copertura finanziaria

Secondo l’associazione il “salto di livello” sarebbe avvenuto senza relativa copertura finanziaria, a carico del contributo regionale, degli oneri gravanti negli esercizi 2021 e seguenti. “A oggi – evidenzia il Dirsi – non risulta approvato neppure il bilancio di previsione 2021-2023 e che pertanto non appare certa la sostenibilità dei costi contrattuali”.

“Alchimia politica”

Secondo i dirigenti regionali, la legge regionale 106/1977 dispone che “L’Assessore regionale per l’agricoltura e le foreste è autorizzato a concorrere all’integrazione dei bilanci dei consorzi di bonifica nei limiti dello stanziamento annualmente previsto con legge di bilancio, in proporzione alla spesa per il trattamento fondamentale del personale dipendente di ruolo e con rapporto a tempo indeterminato, in servizio alla data del 31 dicembre 1980, nonché della quota a carico dei consorzi per le pensioni dovute al personale in quiescenza”, cosa che già nel corso del 2021 risulterebbe senza alcuna copertura finanziaria. “C’è da chiedersi – scrivono a Musumeci – in base a quale “alchimia politica” si possa pensare di sostenere una situazione del genere”.

Un provvedimento che va in contrasto

La promozione dei funzionari, sottolinea il Dirsi, andrebbe in contrasto con il Piano Triennale di Fabbisogno del Personale, dove vanno contemplate anche le progressioni verticali assimilate a nuove assunzioni e all’Accordo Stato – Regione, dove si chiedono enormi sacrifici ai Siciliani e si parla, tra l’altro, di “riorganizzazione e snellimento della struttura amministrativa della Regione, al fine di ottenere una riduzione significativa degli uffici di livello dirigenziale e, in misura proporzionale, delle dotazioni organiche del personale dirigenziale”.

Potrebbero passare alla Regione

Ma c’è di più, aggiunge l’associazione. “É stato depositato un emendamento al disegno di legge n. 962, con l’intenzione, se venisse approvato, di trasferire i dipendenti dei Consorzi di bonifica anche presso la Regione, compresi, in via teorica, questi nuovi dirigenti”. “Anche in questo caso, oltre a quanto già evidenziato, non si capisce come possa essere coerente quanto previsto nell’Accordo con Roma dove si parla anche di “eliminare le distinzioni tra la prima e la seconda fascia dei dirigenti di ruolo, superare la terza fascia dirigenziale avente natura transitoria con l’inquadramento nell’istituenda unica fascia dirigenziale, agli esiti di una procedura selettiva per titoli ed esami”.

Le richieste a Musumeci

“In sostanza, quindi – denuncia il Dirsi -, si vuole superare la terza fascia dirigenziale del Ruolo Unico della Dirigenza della Regione Siciliana con una fascia unica … “Agli esiti di una procedura selettiva per titoli ed esami”, mentre si permetterebbe il “trasferimento” di nuovi dirigenti (ex funzionari) dei Consorzi di Bonifica inquadrati probabilmente direttamente nella seconda fascia (o fascia unica) senza doversi sottoporre ad alcun “procedura selettiva”. I dirigenti siciliani chiedono quindi all’Amministrazione di rivedere le delibere “in quanto, secondo le medesime osservazioni che hanno portato la Corte dei Conti a rilasciare certificazione negativa sull’ipotesi di Contratto Collettivo della Dirigenza della Regione, oltre alle più elementari norme di accesso alla Dirigenza non appare certa la sostenibilità dei costi”.