“Uno spettacolo davvero unico in un contesto meraviglioso: il teatro naturale delle Gole. Questo Inferno coniuga perfettamente Cultura, Spettacolo e Turismo, e, se sono rimasta affascinata io che questo luogo conosco, immagino lo stupore di viaggiatori provenienti da altri Paesi. Che infatti hanno seguito con la massima attenzione la rappresentazione: una messinscena d’eccellenza con attori bravissimi“.

Così Elvira Amata, assessore regionale al Turismo e Spettacolo, ha commentato il festeggiatissimo debutto, nelle Gole dell’Alcantara, della nuova edizione dell’Inferno di Dante.

I numeri di ‘Inferno’

Il lavoro teatrale ha fatto registrare negli ultimi cinque anni ben cinquantatremila spettatori, risultando lo spettacolo più visto in Sicilia, tra continui sold out. Compreso quello di questa prima settimana di rappresentazioni del kolossal che, prodotto da Buongiorno Sicilia e Vision Sicily con la drammaturgia e la regia di Giovanni Anfuso, è inserito nel festival Palco Al-Qantarah. E gode del patrocinio del MiC, il Ministero della Cultura, dell’Ars, dell’Assessorato allo Spettacolo della Regione Siciliana, dell’Ente Parco Fluviale dell’Alcantara e del Comune di Motta Camastra. Sponsor sono poi Isola Bella Gioielli, Amaro Herbae e Bacco, tipicità al pistacchio.

Applausi e consensi hanno caratterizzato sia l’Anteprima per la Stampa del 26 luglio, segnata da un forte vento, sia il debutto dell’indomani.

Il regista

“Le Gole – ha sottolineato Anfuso – si trovano nel territorio del magnifico Parco fluviale dell’Alcantara, che, per fortuna meno che in altre zone della Sicilia, ha patito gli incendi dei giorni scorsi. Il gran caldo, inoltre, ha sciolto i ghiacci, ingrossando il fiume, ora tornato alla normalità. E infine, nel giorno dell’Anteprima, c’è stato il vento. Così, ci siamo resi conto che la sorte ci aveva donato uno straordinario attore in più per la nostra rappresentazione: l’Alcantara stesso e la sua Natura”.

Il critico

“Quel vento, che scuoteva gli alberi e sollevava la sabbia, – ha aggiunto il critico teatrale Piero Maenza – ci ha rimandato a un’atmosfera infernale. Poi, il tuffo nella nostra stessa memoria con i personaggi danteschi, tutti molto bene interpretati dagli attori, e le frasi più celebri dell’Inferno. Ecco, questo tipo di proposta estiva in luoghi affascinanti, aggiunge grandi suggestioni a un lavoro rappresentato in un’ordinaria sala teatrale. A cominciare dal sottofondo del fiume che scorre”.

Insomma, come ha sottolineato un altro critico, Aldo Mattina, questo Inferno “sta diventando una sorta di classico nel classico: uno spettacolo che più suggestivo e affascinante non potrebbe essere, perché alle immortali parole di Dante, base letteraria e poetica che per l’Italia costituisce un vanto, e alla rievocazione dei personaggi più celebri della Commedia, aggiunge le Gole. Ossia un luogo di enorme fascino che, sera dopo sera, muta: a ogni replica le acque del fiume rumoreggiano in modo diverso. E tutto questo rende lo spettacolo un unicum che difficilmente può trovare dei riscontri analoghi”.

La valanga di applausi e consensi

E giustifica la valanga di applausi che il pubblico ha tributato a chi ha lavorato a quest’edizione, a cominciare dagli attori e che, in ordine d’apparizione, sono Liliana Randi (Narratrice), Francesco Bonaccorso (Turista e Caronte) Angelo D’Agosta, (Dante), Salvo Piro (Virgilio), Giovanna Mangiù (Francesca da Rimini, Messo dal Cielo), Davide Pandolfo (Ciacco), Luca Fiorino (Farinata degli Uberti), Rosario Minardi (Ulisse), Davide Sbrogiò (Ugolino), Gabriele D’Astoli (Paolo, Diomede, Arcivescovo Ruggeri). I dannati sono invece Beatrice Caudullo, Manuela Grimaldi, Marta Marino, Valeria Mazzaglia, Davide Peluso, Alfio Raiti, Lucio Rapisarda, Francesco Rizzo e Gloria Trischitta. Le coreografie sono di Fia Di Stefano, i costumi di Riccardo Cappello, le musiche di Nello Toscano e gli effetti speciali di Alfredo Vaccalluzzo.

Tra il pubblico anche molte persone tornate a vedere lo spettacolo, come la giornalista romana Barbara Principato che ha definito le Gole “un luogo capace di mutare l’effetto di un testo che è dentro di noi, come la Commedia dantesca”.

“Mi sono ritrovata – ha spiegato -, e lo stesso è accaduto a tanti, tra il pubblico, a ripetere i versi mentre gli attori li recitavano. Ho apprezzato, sotto il profilo scenico, il controcanto Beatrice-Dante. Inoltre, in quest’edizione, il regista ha probabilmente accentuato l’intrigante cornice, vagamente da commedia americana degli anni Cinquanta, che apre e chiude la rappresentazione”.

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