‘Se non cè Turi ci sono io! Se non ci sono io c’è Carmelo. Qua…sempre questi siamo! Non vi confondete, sempre questa è la cosa…’
E’ grazie ad alcune intercettazioni che i carabinieri sono risaliti a capi e gregari affiliati al clan mafioso Brunetto operativo nella fascia jonica e pedemontana della provincia di Catania.
Il clan è articolazione territoriale della famiglia di Cosa Nostra catanese Santapaola- Ercolano.
Le 12 persone arrestate sono ritenute responsabili a vario titolo di associazione di tipo mafioso, detenzione e porto illegale di armi, detenzione e spaccio di stupefacenti e rapina, con l’aggravante del metodo mafioso.
Secondo gli investigatori i 12 erano i componenti del gruppo Brunetto, guidato da Pietro Carmelo Olivieri, una sorta di braccio armato della cosca Ercolano-Santapaola. Il gruppo operava nei territori di Castiglione di Sicilia, Giarre e Fiumefreddo di Sicilia.
Gli accertamenti investigativi dei carabinieri hanno permesso di ricostruire rapine, furti di veicoli e spaccio di cocaina e marijuana, oltre a un controllo degli esercizi commerciali attraverso l’imposizione del pizzo e non soltanto di quello nella zona di Castiglione di Sicilia, Giarre e Fiumefreddo. Nell’area pagavano anche discoteche e ristoranti che erano costretti a assumere come buttafuori gli uomini del gruppo.
Durante l’esecuzione delle ordinanze Giuseppe Calandrino, è stato trovato in possesso di armi e munizioni. Gli altri destinatari dei provvedimenti oltre Pietro Carmelo Olivieri e Calandrino sono Alfio Di Grazia, Alessandro Siligato e Luca Daniele Zappalà. Le nuova accuse sono state, invece, notificate in carcere a cinque indagati già detenuti per altra causa mentre in due mancano all’appello.
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