I giudici della Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti presieduta da Luciana Savagnone (Giuseppe Colavecchio,  Consigliere, Maria Rita Micci Relatore) con sentenza 573/2017 hanno condannato in primo grado Ignazio De Luca a risarcire con 329 mila euro l’Ipab, Istituti Femminili Riuniti Provvidenza Santa Maria Del Lume.

De Luca è stato per anni l’economo e il segretario dell’Ipab. Dalle indagini della Guardia di Finanza che avevano portato anche al rinvio a giudizio e alla condanna penale del dipendente sarebbe emerso che l’ex funzionario di un ente pubblico di assistenza a persone deboli, negli anni dal 2006 al 2010 avrebbe commesso una serie di irregolarità tutte finalizzate ad assicurarsi l’appropriazione di denaro ai danni dell’Ipab.

I giudici hanno contestato alcuni bonifici fatti dall’economo dal conto dell’Ipab al suo conto personale. “83.207,89 nel 2007, 72.425,00 euro nel 2008, 49,725,38 euro nel 2009, euro 21.686,88 nel 2010 – scrivono i giudici – I trasferimenti sono risultati essere privi di documentazione giustificativa e, pertanto, sono stati ritenuti indebiti.

Agli atti del fascicolo sono allegate le copie degli estratti del conto corrente personale del De Luca nonché del conto corrente dell’Ipab; dal confronto degli stessi risulta che i suddetti trasferimenti non sono giustificati, in quanto tutti effettuati con regolari mandati di pagamento che presentano come causale una dicitura generica, quale “rimborso spese”, “rimborso carburante”, “rimborso spese viveri e diverse”, “rimborso fatture”.

A queste somme di denaro vanno aggiunte alcuni emolumenti fatti ai dipendenti non dovuti. “La Guardia di Finanza ha accertato – si legge nella sentenza, anche attraverso l’esame di alcuni dipendenti dell’Ipab, che il De Luca fosse preposto alla compilazione delle buste paga. Lo stesso, pertanto, deve ritenersi responsabile del reiterato inserimento nelle buste paga di arbitrarie voci di stipendio finalizzate unicamente a gonfiare le buste paga dei dipendenti e, segnatamente, delle sue”.