Nei giorni concitati della votazione del bilancio consuntivo 2015 da parte del Consiglio comunale di Catania sarebbero stati trasferiti dei fondi dal conto corrente dell’Amt in liquidazione (la bad company) alle casse del Comune, circa 40 milioni di euro che sarebbero serviti a pagare gli stipendi dei comunali.
Il caso è stato rivelato ieri dal consigliere di Fratelli D’Italia Manlio Messina che ha annunciato la segnalazione della vicenda alla Procura ed alla Corte dei conti. Secondo l’esponente dell’opposizione si profilerebbero una serie di violazioni: “distrazione di fondi pubblici, peculato,abuso d’ufficio, falso ideologico, banca rotta, confusione contabile ed alti reati di tipo civile”.
Ieri, durante la seduta del Consiglio comunale, Messina ha ripercorso la tormentata questione dell’approvazione del Bilancio consuntivo 2015 che venne commissariato dalla Regione. Senza l’approvazione del documento non sarebbe stato possibile ricevere i fondi da parte dello Stato e quindi procedere al pagamento degli stipendi dei dipendenti.
Proprio in occasione della votazione in Consiglio venne organizzato un presidio da parte dei sindacati al quale parteciparono anche gli impiegati. A più riprese diversi consiglieri comunali hanno parlato di ‘pressing’ sul senato della città affinché venisse approvato l’atto.
“Ci avete fatto votare quel documento il 4 agosto – ha detto ieri Messina – e già il giorno dopo gli stipendi dei dipendenti pubblici erano stati accreditati. Ho indagato e scoperto che i soldi c’erano già. Strano, visto che i fondi ministeriali non erano ancora arrivati”.
L’esponente di Fdi ha ricostruito la propria indagine: “Sono andati a prenderli dal tesoretto dell’Amt in liquidazione, dove ci sono circa 45 milioni. Li hanno spostati sul conto corrente del Comune di Catania, come se fossero soldi loro, hanno trasferito oltre 40 milioni di euro da due conti correnti dell’Amt a quello del Comune!”
Messina ha quindi ricordato che il Dl 35 ‘recita in maniera molto chiara che quei soldi erogati dal Ministero non sono del Comune di Catania, bensì dell’Amt in liquidazione, ma ancor prima dei creditori dell’azienda’.
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