“Non è sicuramente né una svendita né un abbandono del Comune delle proprietà immobiliari”.

L’assessore catanese al Bilancio, Giuseppe Girlando difende il nuovo piano di riequilibrio e nello specifico la misura che prevede l’alienazione di alcuni beni immobiliari che sarà oggetto di deliberazione da parte del Consiglio comunale.

Oggi infatti il nuovo piano, redatto dalla giunta Bianco, approda in aula a Palazzo degli Elefanti. Dovrà essere approvato entro il 30 settembre.

“ Viene indicato un valore di riferimento – spiega Girlando – ma l’individuazione degli immobili che dovranno essere dismessi sarà affrontato dal Consiglio con un successivo atto. Sono stati rappresentati al Consiglio tutti gli immobili di proprietà poi sarà il Consiglio a scegliere eliminando quelli che ritiene di dovere mantenere nel patrimonio comunale. In questo modo il Comune, con una delibera patrimoniale e urbanistica, potrà valutarne il valore per aumentarlo”.

Il piano precedente venne redatto dall’amministrazione Stancanelli ed approvato dalla Corte dei Conti nei primi mesi della giunta guidata da Enzo Bianco che allora salutò con ‘profonda soddisfazione’ la decisione dei giudici contabili.

Nei mesi scorsi, però, dall’esecutivo cittadino sono arrivate delle critiche nei confronti del piano ed anche oggi Girlando afferma: “Ci troviamo di fronte alla necessità della rimodulazione del Piano perché quello vecchio conteneva delle sottovalutazioni. Tenere beni immobili non utilizzati o non finiti costringe il Comune a spendere soldi inutilmente, mentre la vendita è una razionalizzazione efficace della spesa”.

Per diversi consiglieri comunali la dismissione di alcuni immobili assomiglia a quella ‘Catania risorse’ pensata negli anni della sindacatura Scapagnini e mai andata in porto che trovò fra i più strenui oppositori proprio l’attuale primo cittadino Bianco.

“Quella – argomenta oggi Girlando – era un’operazione di facciata in cui il Comune vendeva a se stesso un immobile sapendo che poi quest’immobile non sarebbe stato venduto. Qui c’è invece un Piano di dismissione per cui è previsto che nel corso degli anni saranno messi all’asta pubblica e saranno acquistati da terzi”.

Infine una riflessione su Palazzo Bernini venduto nei giorni scorsi per circa due milioni di euro a fronte dei sette previsti inzialmente:  “Se fosse stato oggetto del piano di valorizzazione – dice Girlando – ci sarebbe stata un’attività di ristrutturazione e di miglioramento. Sarebbe stato sicuramente asservito anche il terreno circostante al parcheggio e ci sarebbe stata una valorizzazione importante. E’ quello che vogliamo fare con gli immobili che saranno oggetto del piano”.