Era Francesco Corallo, l’imprenditore catanese di 56 anni, trapiantato nelle Antille Olandesi il promotore dell’associazione a delinquere a carattere transnazionale specializzata nel riciclaggio di grosse somme di denaro ricavate dal mancato versamento delle imposte sui soldi incassati con le slot machine.

Corallo è stato arrestato nella sua villa ai Caraibi durante l’operazione ‘Rouge et noir’ portata a termine dallo Scico della Finanza di Roma.

Con Francesco Corallo sono finite in carcere altre quattro persone tra cui un altro catanese: Alessandro La Monica, di 36 anni. Gli altri arrestati sono l’ex parlamentare campano del Pdl Amedeo Labocetta, 68 anni, l’olandese Rudolf Theodor Baesten, 50 anni e Arturo Vespignani, 52 anni.

Gli indagati sono accusati in concorso tra loro di peculato, riciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

Nell’inchiesta della Dda di Roma risultano coinvolti anche Sergio e Giancarlo Tulliani, rispettivamente suocero e cognato dell’ex presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini, James Walfenzao, Catherine Van Velze, John David Sims, Andrew Victor Greenfield e Mike Chahal.

Francesco è il figlio di Gaetano condannato per il reato di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione in occasione della gara per l’aggiudicazione dell’affidamento in concessione della gestione del casinò di Campione d’Italia, e legato alla mafia siciliana di Benedetto Santapaola.

Gaetano Corallo, che aveva stretto solidi legami personali e affaristici con Nitto Santapaola in Italia, aveva trasferito, poi, le compartecipazioni illecite alle Antille, nel settore dei casinò, dove era collaborato dal figlio Francesco e nel settore degli investimenti immobiliari.

Per gli investigatori, Francesco Corallo, per anni, è stato dominus occulto del gruppo societario ‘Atlantis B-plus’.

Dopo l’aggiudicazione della concessione della gestione telematica del gioco lecito, grazie ad un comportamento spregiudicato nei confronti dell’Amministrazione e a solidi legami, sul territorio, con coloro che gestivano il settore del gioco, la società concessionaria è riuscita ad assicurarsi la più rilevante quota del mercato, realizzando un miliardario volume di affari e ponendosi così in una posizione economicamente dominante.

Una volta conseguito tale obiettivo, la concessionaria – sempre operando sotto il diretto controllo di Francesco Corallo che anche oltreoceano indirizzava l’attività degli associati Laboccetta e La Monica – ha massimizzato i profitti evitando di versare allo Stato quanto dovuto a titolo di prelievo erariale unico e canoni concessori, appropriandosi del denaro pubblico che ha trasferito all’estero.

Gli indagati avrebbero così approfittato delle possibilità che lo Stato italiano offriva per l’affidamento in concessione dell’attività del gioco lecito, partecipando senza i necessari investimenti di capitali e producendo anomale garanzie fideiussorie, celandosi dietro una cortina di società offshore e fiduciarie estere per nascondere il reale beneficiario dell’operazione economica, Francesco Corallo.

L’associazione, dopo essersi aggiudicata, nel 2004, la concessione della gestione telematica del gioco lecito mediante apparecchi da intrattenimento denominati new slot si è appropriata di ingenti somme di denaro: oltre 85 milioni di euro corrispondenti al mancato pagamento dei tributi erariali.

Le indagini hanno evidenziato il sistematico riciclaggio dei proventi illeciti realizzato  mediante i ripetuti trasferimenti di denaro (movimentazioni tutte all’estero, utilizzando i conti di diverse società del Gruppo Corallo, anche offshore, di cui si occupava principalmente Rudolf Baesten) che hanno impedito di comprendere la reale destinazione delle somme di denaro di cui la concessionaria italiana si era appropriata.

Corallo avrebbe anche saputo prevedere l’evoluzione degli orientamenti normativi della maggioranza di governo italianae come si sia giovato delle disposizioni di legge di stabilità del 2010, utilizzando plurime interlocuzioni con esponenti politici, connotate anche da elargizioni di denaro.

Per l’accusa “la pericolosità dell’associazione è dimostrata dalla capacità di avvalersi di complessi meccanismi di riciclaggio per occultare i trasferimenti di denaro dall’Italia all’estero, realizzando plurimi trasferimenti “estero su estero”,a favore di società fiduciarie ed offshore, al fine di impedirne la tracciabilità”.

L’analisi dei flussi di denaro riciclato dall’Italia conduce in numerosi Paesi europei ed extraeuropei: Olanda, Regno Unito, Antille, Canada, Emirati Arabi, Principato di Monaco, dove i proventi illeciti sono stati utilizzati per attività economiche, finanziarie, acquisizioni immobiliari, come è avvenuto per l’acquisto dell’appartamento ceduto da Alleanza Nazionale a società offshore riconducibili alla famiglia Tulliani.

Sequestrati beni pari a 215 milioni di euro in vista della confisca per equivalente.

Tra i beni sequestrati ci sono: un lussuoso comprensorio denominato Port Cupecoy, un rilevante complesso immobiliare denominato Paradise Mall, il casinò denominato Starz Casino (già Atlantis Casinò) e due ville di proprietà di Francesco Corallo e Rudolf Baetsen.

Anche nei confronti di Alessandro La Monica e Arturo Vespignani, che hanno operato dall’Italia, gestendo l’ente concessionario sotto le direttive di Francesco Corallo, sono in corso sequestri di beni immobili e conti correnti.

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