Il “flagello” delle piante – ovvero insetti, funghi, batteri, virus, malattie di varia provenienza che hanno attaccato raccolti, piantagioni e piante ornamentali, con un bollettino giornaliero di ordinaria devastazione in termini di perdita di raccolto e di danni economici- è uno degli argomenti all’ordine del giorno della plenaria di Strasburgo.
Con il voto di oggi al regolamento – approvato a larga maggioranza – si definiscono alcune misure strategiche in grado di intervenire, finalmente in maniera drastica, contro gli organismi nocivi che intaccano e contaminano i prodotti della terra.
“Un accordo fondamentale raggiunto da PE e Consiglio – commenta l’On. Giovanni La Via (Ap/Ppe), Presidente della commissione Ambiente, sicurezza alimentare, sanità pubblica– che mira a modificare il sistema europeo di controllo dei parassiti di specie vegetali con l’introduzione di nuove disposizioni che rafforzano notevolmente la prevenzione contro le epidemie importate da paesi terzi”.
L’obiettivo generale della legislazione proposta è di affrontare i rischi aumentati nel settore della sanità delle piante causati da nuovi parassiti e malattie derivanti dalla globalizzazione e dal cambiamento climatico, come pure il rischio associato a piante importate da paesi terzi. Nel Meridione d’Italia e in Sicilia, gli esempi di parassiti e prodotti d’importazione infetti, sono numerosi e rappresentano un danno in molti casi incalcolabile per produttori e consumatori.
“Con le nuove norme intendiamo rimediare alle carenze del regime fitosanitario attualmente in vigore in Ue, e cioè – specifica La Via – una scarsa attenzione alla prevenzione, in vista degli aumenti delle importazioni di materie prime ad alto rischio; la necessità di strumenti migliori, per controllare più rigidi sulla presenza e sulla diffusione naturale dei parassiti, e l’urgenza di modernizzare e migliorare gli strumenti per i movimenti intra-UE”. La Tristeza degli agrumi; la proroga al periodo di esportazione delle arance dal Sudafrica, dove erano stati individuati casi di macchia nera degli agrumi (Citrus Black Spot); i limoni turchi che entrano nel mercato dell’Ue, con il precedente del rinvenimento in dieci lotti di una quantità di bifenile oltre il limite consentito; il punteruolo rosso; la Xylella fastidiosa, che ha devastato quasi 30mila ettari di oliveti in Puglia: sono alcuni dei fenomeni a cui il voto di oggi vuole dare una risposta forte basata su prevenzione, sorveglianza e misure d’emergenza.
La Via, in questo senso, parla di “approccio precauzionale”. Il nuovo Regolamento prevede infatti la possibilità di sospendere le importazioni, fino a quando è conclusa una valutazione completa del rischio. Tra gli altri punti chiave, il certificato fitosanitario da rilasciare agli operatori che importano prodotti vegetali, ai clienti del servizio postale o ai passeggeri che nei bagagli trasportino piante a rischio.
“Il passaporto delle piante – aggiunge il Presidente della Commissione Ambiente – è un sistema esteso a tutti i movimenti di vegetali destinati all’interno dell’UE, dunque si applicherà a tutto il materiale vegetale in entrata in UE da Paesi terzi”. E ancora, tutti gli Stati membri dovranno istituire programmi di indagini pluriennali per garantire la tempestiva individuazione di parassiti pericolosi e piani di emergenza per ogni parassita in grado di entrare nel loro territorio.
Conclude La Via: “Questo voto rappresenta un grande risultato per l’Europa in quanto il rischio di invasione di patogeni provenienti da Paesi terzi è sempre alto. Negli ultimi anni abbiamo assistito alla distruzione di parte del nostro patrimonio produttivo-ornamentale, a causa di controlli poco rigidi e il mancato blocco delle importazioni quando necessario. E’ arrivato il momento di cambiare marcia e sono certo che solo attraverso un’analisi più seria del materiale vegetale in ingresso dell’UE, potremo evitare altri casi di invasione. Il passaporto delle piante, importante novità del regolamento, garantirà che il materiale vegetale in ingresso nell’UE sia esente da patogeni e quindi, consentirà di ridurre notevolmente il rischio di importare organismi nocivi da Paesi terzi. Organismi che, vale la pena ricordarlo, rappresentano una vera minaccia per le produzioni europee, danni per i consumatori e un costo che può raggiungere miliardi di euro”.
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