La Sicilia è ‘terra di pace e dialogo, un ponte fra cristiani e musulmani’, ma l’imam della moschea di Catania è perplesso sulla scelta del governo italiano di concedere la base militare di Sigonella agli Stati Uniti per l’invio dei droni in Libia per contrastare gli avamposti dell’Isis.

Kheit Abdelhafid, presidente della comunità islamica, analizza con lucidità quanto sta avvenendo a pochi chilometri dalla città in cui vive, Catania, e cioè la base militare di Sigonella.

“Secondo me è una scelta sbagliata perché la guerra non risolve i problema e perché la violenza genera altra violenza – dice –. Nel recente passato, parlo del caso dei bombardamenti in Libia da parte di Francia e della Nato, oltre alla cacciata di Gheddafi , come si vede, non hanno risolto i problemi”.

L’Imam, tuttavia, porta come esempio la Sicilia da sempre modello di interculturalità: “Non penso che ci sia un pericolo terrorismo. Siamo sereni – spiega – nel senso che qui c’è una comunità vigilante anche insieme allo Stato. Del resto questa è stata una terra di convivenza pacifica e di dialogo, un ponte fra cristiani, ebrei e musulmani, un punto di incontro per tutti i popoli ”.

Kheit Abdelhafid però avverte: “L’Isis è sempre un pericolo. Il loro progetto, infatti, è quello di terrorizzare il mondo. Penso che inconsciamente qualcuno li stia aiutando: fomentando l’odio con una propaganda gratuita”.

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