L’acqua negli invasi naturali e artificiali siciliani sembra esserci ma l’acqua manca comunque e a farne le spese maggiormente sono le imprese agricole. Così gli agricoltori, pur sapendo che l’acqua c’è, grazie anche alle abbondanti piogge dell’inverno e dell’autunno, sono in ginocchio. Un paradosso tutto siciliano.
Carenza idrica ormai cronica
L’allarme lo lancia la deputata regionale di Forza Italia, Luisa Lantieri che ha incontrato un gruppo di agricoltori di Regalbuto e Catenanuova, che lamentano una carenza idrica ormai cronica per i propri campi, pur essendo la diga Jaguana colma d’acqua. Lo stesso problema si era presentato a giugno dello scorso anno con la diga Pozzillo. “In quell’occasione – dice la deputata – mi sono battuta con successo per garantire 12 metri cubi d’acqua necessari per la fruizione del servizio irriguo nei campi sia della Piana di Catania, che del Consorzio 6 di Enna. Avevo anche raccomandato gli uffici regionali preposti di muoversi in tempo, per scongiurare tale disagio anche per il 2022”.
Agricoltori allo stremo
Intanto gli agricoltori, pur consapevoli che gli invasi sono colmi d’acqua, sono in ginocchio a causa del clima torrido e della siccità nei campi. “Il Dipartimento regionale dell’energia – afferma la deputata – deve assumersi le proprie responsabilità e ammettere che tali criticità sono figlie di una cattiva manutenzione e collaudo delle condutture. In 12 mesi dal mio sollecito, nulla è cambiato, anzi i disagi si sono amplificati. Adesso infatti non riguardano più solo una parte della Sicilia. Toccano tutto il territorio regionale ed è scandaloso. Se specie in estate, gli agricoltori non possono contare sull’acqua per garantire il proprio raccolto, si penalizza uno dei settori cruciali della nostra economia. Si corra subito ai ripari per evitare il peggio”.
I disagi alla diga Rosamarina
“Il governo Musumeci affronti senza indugio l’emergenza idrica nella diga Rosamarina. Occorre un intervento di protezione civile per evitare di mettere sul lastrico centinaia di aziende agricole siciliane. Ormai da diverse settimane, nonostante le tante assicurazioni e le diverse interlocuzioni avviate dai sindaci del territorio che va da Termini a Lascari, Campofelice di Roccella e Cerda, con i competenti Assessorati e con il consorzio di bonifica, si registrano solo inaccettabili e ingiustificati ritardi nell’erogazione dell’acqua dell’invaso”. Lo afferma Vincenzo Figuccia, deputato di Prima l’Italia all’Assemblea regionale siciliana.
Danni alle imprese
“Le aziende agricole e gli operatori economici del territorio hanno già subito ingentissimi danni alle colture ed all’intero ciclo produttivo a causa della mancata irrigazione. Condivido l’iniziativa dei sindaci dei comuni interessati che hanno costituito un comitato ed hanno indirizzato al Prefetto ed ai vertici del governo regionale una formale richiesta al fine di risolvere la drammatica situazione venutasi a creare e per l’immediata riparazione delle numerose rotture sulla linea principale della tubazione. Chiedo al governo Musumeci, considerata la gravità della vicenda, di esonerare gli agricoltori dai canoni di pagamento dei ruoli per la stagione in questione. È inconcepibile che con 60 milioni di metri cubi di acqua nella diga Rosamarina non si riesca a metterne nemmeno un litro in una tubazione colabrodo. Purtroppo registro una mancata programmazione degli interventi che ora diventa una vergogna. I terreni piantumati a limoni, arance e mandarini, frutti che sarebbero dovuti arrivare sulle tavole degli italiani, sono ridotti in concime” .
L’annuncio della Regione
La regione aveva annunciato che erano al nastro di partenza interventi per garantire l’approvvigionamento idrico e rendere più efficienti le reti di distribuzione irrigua nel territorio della Piana di Catania e in tutta l’Isola, per quasi 20 milioni di euro.
Il vertice con Musumeci
Il governatore Nello Musumeci ha ricevuto i rappresentanti del Comitato spontaneo agricoltori della Piana, guidati dal presidente Gabriele Bellamacina, per fare il punto sulle opere necessarie a risolvere le criticità lamentate dagli imprenditori agricoli. Alla riunione hanno preso parte anche il commissario del Consorzio di bonifica Sicilia orientale, Francesco Nicodemo, e i dirigenti dell’area tecnica e dell’area agraria del Consorzio 9 Catania, Francesco Fanciulli ed Emilio Cocimano. “Siamo al lavoro al fianco degli agricoltori – dice Musumeci – per risolvere alcune criticità che il territorio etneo, a forte vocazione agricola, si trascina dietro da decenni. Abbiamo raccolto le istanze delle imprese e abbiamo illustrato i primi interventi che l’Amministrazione regionale mette in campo, tramite i Consorzi di bonifica”.
Serve una riforma
“I vertici degli Enti preposti alla gestione delle reti idriche consortili – aggiunge Musumeci – sono impegnati ad attuare una adeguata pianificazione, ma sappiamo tutti che il settore ha assoluto bisogno di quella riforma che il nostro governo ha già depositato da oltre due anni all’Assemblea regionale siciliana e che, purtroppo, aspetta ancora di essere discussa. I Consorzi debbono tornare nelle mani degli agricoltori e liberarsi dei pesanti debiti che hanno accumulato con gestioni discutibili, facilitate in passato dalla mancanza di controllo da parte della Regione”.
Gli interventi programmati dalla regione
Tra gli interventi di cui si è parlato in presenza di Musumeci e in fase di realizzazione, la gara gestita dal Consorzio di bonifica 9, per un importo di circa 1,5 milioni di euro, per le pompe di sollevamento necessarie a immettere l’acqua dell’invaso di Lentini nella rete di distribuzione consortile della Piana di Catania. Un intervento atteso da tempo, necessario per poter finalmente utilizzare le risorse idriche del bacino artificiale. In definizione anche la procedura per il rifacimento della rete irrigua in località Magazzinazzo, finanziata con 2 milioni. È pronto, inoltre, il progetto predisposto dal Genio civile di Siracusa per la pulizia dei corsi d’acqua Gornalunga e Panebianco, con una spesa prevista pari a 1,8 milioni. Infine, è in dirittura d’arrivo un bando regionale per la manutenzione delle reti irrigue, per complessivi 14 milioni di euro a valere sulle risorse del Programma di sviluppo rurale (Psr) Sicilia 2014-2022.
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