Le inchieste della Procura di Catania sulla procedura di accorpamento delle Camere di Commercio di Catania, Ragusa e Siracusa – con sei indagati per abuso, falso e omissioni – e sulle nomine alla Sac della scorsa estate scuotono il capoluogo etneo.
Sulla vicenda intervengono anche alcune associazioni del Sud est che in una nota congiunta plaudono all’azione dei magistrati etnei, ma sottolineano che è “amaro constatare che la magistratura sia ancora una volta arrivata prima della politica”.
Scrivono Agci, Confcooperative, Legacoop e Unicoop: “Il Mise, il presidente della Regione ed il suo assessore Lo Bello, erano infatti da tempo consapevoli di quanto stava accadendo, perché destinatari di innumerevoli comunicazioni, anche con formali diffide, che nel dettaglio, e con prove documentali, avevano ben esplicitato tanto i falsi quanto le irregolarità. Eppure niente”.
Le associazioni chiedono al governo regionale di revocare i decreti che ha emesso ed al Mise di revocare la nomina che ha effettuato.
“Si proceda – conclude la nota – nell’accorpamento delle Camere siciliane con procedure più rigorose e con le nuove regole della riforma Madia. Al pari delle altre regioni italiane. Rinunciare a farlo intaccherebbe ulteriormente la fiducia delle imprese nelle istituzioni e, se i reati fossero confermati, comporterebbe anche la loro corresponsabilità”.
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