All’indomani della prima udienza del processo per tentata concussione in cui è imputato l’ex assessore al Bilancio del Comune di Catania, Giuseppe Girlando fa alcune precisazioni e ribadisce la propria posizione.

“Credo che far scoppiare il caso utilizzando argomentazioni assolutamente estranee alle vere dinamiche che avevano portato al fallimento – dice l’ex assessore – é servito per lo meno a due scopi: certamente quello di creare un distrattore che spostasse su altri, in questo caso sull’amministrazione comunale, le responsabilità del fallimento, e, altro obiettivo evidente, quello di strumentalizzare l’intera vicenda a fini politici”.

“È vero che tutto nasce da una mia reazione eccessiva, di cui non posso che scusarmi. Ma vorrei anche ricordare, appunto, che quello sfogo fine a sé stesso – senza alcun interesse personale, come peraltro mai ipotizzato dalla Procura – è arrivato in un contesto di particolare tensione.  Durante i tre anni di assessorato mi sempre e costantemente impegnato a tutelare il Comune di Catania.Sentirsi addosso, senza colpe, il peso della vicenda Simei, è stato un autentico choc. Umano, prima di tutto.

Girlando ricostruisce in maniera dettagliata la vicenda che riguarda la società Simei.

“La società SIMEI si trovava in stato di insolvenza e a un passo dall’essere dichiarata fallita già a fine 2015. Infatti il giorno 10 novembre 2015 davanti al giudice fallimentare  tutti i suoi 51 dipendenti insistevano per la dichiarazione di fallimento. Per scongiurare l’inevitabile veniva presentata il 12 novembre 2015 una domanda di concordato in bianco con riserva completata poi il 21 marzo 2016.

E’ in quel periodo che i funzionari del Comune di Catania chiedevano ad Enelsole, capogruppo dell’Ati di cui faceva parte la SIMEI, di sottoscrivere l’accordo transattivo.

IL CASO GIRLANDO 

Ma proprio Enelsole prima non si presentò all’incontro per la sottoscrizione della transazione e poi, a distanza di tempo,  chiese  sostanziali  modifiche che di fatto riavviarono tutta la procedura.

Pertanto, contrariamente a quanto sostenuto dalla SIMEI, la mancata sottoscrizione dell’accordo transattivo non è in alcun modo addebitabile al Comune di Catania  ma al rifiuto della capogruppo Enelsole.

In seguito il tribunale di Catania con sentenza n.123 del 14 luglio 2016 ha dichiarato il fallimento della SIMEI non per i ritardi nella sottoscrizione dell’accordo con il Comune di Catania, assolutamente irrilevante in tale fase, ma per “Il difetto originario dell’attestazione” del professionista incaricato e per “La sostanziale elusione della disciplina” concordataria  realizzata attraverso “Abusi consistenti nella dismissione di beni in favore della nuova società a prezzi inferiori  a quelli di mercato”(Pag.9 della sentenza).

La verità è che la Simei – conclude Girlando – è fallita per aver presentato un concordato sballato ed elusivo dei vincoli di legge”.

Articoli correlati