“Nei confronti del piccolo spaccio di droga non c’è la possibilità di tenere in carcere lo spacciatore. Lo prevede la normativa, che aveva un suo senso nel 1975 quando lo spacciatore era un tossicodipendente, un soggetto fragile che alla fine dalle giornata aveva bisogno della sua dose. Questa situazione oggi è particolarmente cambiata. Oggi spacciano bande organizzate. Avere ancora una trattamento di favore nei confronti del piccolo spaccio è secondo me una cosa che dovrebbe essere rivista”.
Lo ha detto il nuovo Questore di Catania Alberto Francini incontrando la stampa in occasione del suo insediamento. Proveniente da Pisa, subentra a Giuseppe Gualtieri nominato prefetto. Francini stamane, prima di incontrare la stampa ha deposto una corona d’alloro davanti alla lapide dedicata a tutti i poliziotti catanesi caduti nell’adempimento del dovere. Successivamente è andato nel cimitero di Acireale per rendere omaggio alla memoria dell’Ispettore Capo di Polizia Filippo Raciti, ucciso il 2 febbraio del 2007 durante scontri al temine di un incontro di calcio Catania – Palermo.
“Oltre ad essere un nostro caduto Filippo Raciti è più di un eroe, è un martire della vicenda italiana del’ordine pubblico negli stadi. La sua morte ha rappresentato un discontinuità: una legge che cambiava completamente l’approccio della sicurezza negli stadi c’era, ma, come spesso accade, ci sono le leggi ma non si applicano. Dopo la sua morte un mese fu fatto quello che non era stato fatto negli anni precedenti”.
“Poi, come purtroppo accade, con il passare del tempo – ha proseguito Francini – un po’ perdiamo la memoria di certe situazioni e quel progetto non stato ancora completato. Siamo in fase di avvicinamento ma un 60 – 70 per cento di lavoro del cambiamento negli stadi è stato fatto dopo la morte di Raciti”.
“Il cambiamento – ha continuato Francini – si fonda su tre pilastri fondamentali: il primo sono le strutture, per le quali è stato fatto molto, ma non tutto. Gli stadi devono essere abbattuti e ricostruiti con altri criteri e in Italia è stato fatto il 5 per cento. Un altro pilastro – ha osservato il Questore di Catania – è dato dalla sicurezza all’interno dello stadio, dove ci deve essere una maggiore responsabilizzazione delle società attraverso il sistema di stewarding e la distinzione tra safety e security. Per il terzo è stato fatto invece molto: è la fidelizzazione del tifoso. Sarà realizzato solo quando all’interno degli stadi entreranno solamente i soci della società le persone fidate della società, persone per bene che vanno degli stadi a fare tifo. Questo pilastro – ha chiosato non è stato realizzato”.
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