Il Tar salva l’azienda agricola di Totò Cuffaro nel catanese annullando gli effetti di un’interdittiva antimafia emessa dalla prefettura. Ad emetterla la prefettura di Catania che aveva insistito sul provvedimento. Questo mise a rischio i contributi assegnati alla stessa azienda. Cuffaro avrebbe dovuto restituire i fondi incassati proprio a causa di questo provvedimento.

I motivi dell’interdittiva

L’interdittiva emessa dalla prefettura sulla vicenda oramai nota della condanna per mafia in via definitiva per Cuffaro. Condanna collegata a quando Cuffaro era presidente della Regione Siciliana. Proprio per questo la prefettura di Catania aveva emesso nei confronti della società agricola dell’ex governatore il provvedimento. L’azienda si trova a San Michele di Ganzaria e si occupa di pregiate coltivazioni biologiche. Per effetto di tale informativa, l’Agea, agenzia per le erogazioni in agricoltura, aveva stabilito la decadenza di tutti i contributi connessi alle coltivazioni biologiche. per questo aveva anche intimato la restituzione delle somme già percepite.

L’inizio della battaglia

L’azienda agricola, seguita dagli avvocati Girolamo Rubino, Lucia Alfieri, Giuseppe Impiduglia e Calogero Marino, ha avanzato un primo ricorso al Tar di Catania per l’annullamento dei provvedimenti. La tesi sostenuta era quella che l’interdittiva si basasse solo sulla vicenda processuale di Cuffaro, definita processualmente nel 2010 e per la quale è, peraltro, pendente un giudizio davanti alla Cedu, la corte europea dei diritti dell’uomo. Il Tar aveva già accolto la domanda cautelare, sospendendo i provvedimenti di restituzione dei contributi onerando la prefettura a riesaminare la vicenda.

L’insistenza

La prefettura però ha insistito confermando l’informativa. Ha quindi sostenuto che la sentenza di condanna emessa dalla cassazione fosse “idonea a giustificare l’adozione dell’informativa interdittiva”. Ci fu un nuovo ricorso da parte di Cuffaro. La tesi degli avvocati difensori fu quella che la pena era già scontata dal 2015. Per di più con una condotta esemplare da parte del Cuffaro. L’ex governatore, secondo gli avvocati, durante il periodo di detenzione ha, anche, conseguito la laurea in giurisprudenza, scrivendo diversi libri e spendendosi in più occasioni in iniziative sociali. Per questo fu presentato un ricorso con motivi aggiuntivi. Inoltre Cuffaro si è nel frattempo speso nel sociale, essendo attivista anche di associazioni con scopi sociali e umanitari.

Il Tar da di nuovo ragione a Cuffaro

Il Tar di Catania, condividendo le tesi difensive, ha accolto anche il ricorso e i motivi aggiunti, annullando i provvedimenti impugnati. In particolare, con la sentenza, il tribunale amministrativo ha rilevato “l’assenza di qualsivoglia attuale e concreto elemento pregiudizievole a carico di Totò Cuffaro”. Con tale sentenza il Tar dichiara decadute le limitazioni connesse all’informativa interdittiva e all’azienda agricola dell’ex presidente della Regione Cuffaro. Quindi dovranno essere erogati tutti i contributi e le sovvenzioni spettanti.

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