Volevano oltrepassare la ‘linea rossa’ e arrivare fino alla sede di Confindustria di viale Vittorio Veneto, a Catania per ribadire il loro ‘no’ all’alternanza scuola-lavoro voluta dal Governo Renzi. Ma quando la polizia gli ha imposto l’alt gli studenti gli hanno lanciato palloncini pieni di vernice.

Centinaia di studenti, manifestanti No Mous e No tav hanno manifestato a Catania (così come a Palermo e in tutta Italia) contro la riforma della Buona Scuola.

Il corteo da piazza Roma si è mosso lungo corso Italia per concludersi in viale Vittorio Veneto.

Imponenti le misure di sicurezza in città. A scortare i manifestanti quattro camionette del reparto antisommossa della polizia, carabinieri,  decine di agenti della Digos e i vigili urbani per regolare soprattutto la viabilità.

Lunghe code, disagi e rallentamenti su via Sant’Euplio, viale Regina Margherita e via Antonino Longo.

Hanno scandito slogan contro la ‘Buona Scuola’ di Renzi e hanno in mano bandiere e striscioni. ‘Siamo studenti, non merce’: è questa la protesta del coordinamento studentesco che oggi è sceso in piazza a Catania per dire ‘no’ alla riforma della pubblica istruzione.

Alla base delle contestazioni, c’è ancora una volta la riforma del sistema scolastico, ma anche il Jobs Act, il Referendum costituzionale, il MUOS di Niscemi e la Tav. CONTINUA A LEGGERE 

Dietro lo striscione: “Saremo una: Generazione Ingovernabile”, gli studenti sono scesi in piazza per dire no a tutti gli effetti che la Buona Scuola sta avendo sulla scuola pubblica, per dire NO a chi vuole ‘rubargli’ presente e futuro. La scelta di contestare sotto la sede di Confindustria come simbolo dell’aziendalizzazione della scuola e perchè prima promotrice dell’ Alternanza Scuola-Lavoro che prevede lo sfruttamento con tirocini e stage non retribuiti di noi studenti, e che ad oggi è considerata un fallimento dall’ 80%degli studenti italiani.

Durante il corteo è stato anche esposto uno striscione al Tribunale per chiedere giustizia per Stefano Cucchi.

Indagini sono in corso da parte della Digos, per identificare gli autori dei lanci, immortalati nelle videoriprese. 

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