Le casse vuote del Comune di Catania sono state rimpinguate con 40 milioni , da spalmare in 5 anni, frutto della legge regionale “Salva Catania”.  Un disegno di legge approvato a Palazzo dei Normanni con non poche ripercussioni. E il botta e risposta giunge da più fazioni. Nonostante l’Ars abbia già chiuso i battenti per le “meritate” ferie estive, impazza ancora la polemica.

Il Partito Democratico non ha votato il provvedimento che salverebbe il comune etneo dal baratro finanziario perché ci sarebbero “vergognose marchette”. Ad affermarlo sono i due deputati regionali Luca Sammartino ed Anthony Barbagallo. “Sull’approvazione della legge Salva Catania – affermano – abbiamo assistito in questi giorni al teatrino stucchevole di autorevoli esponenti del governo e della maggioranza che, non avendo più argomenti politici da affrontare, denigrano il lavoro di altri colleghi parlamentari. Noi, insieme a tutto il gruppo parlamentare del Pd, abbiamo votato l’articolo “Salva Catania” ma abbiamo deciso di non votare l’intero disegno di legge perché all’interno c’erano vergognose marchette”.

La polemica nasce da parte dei parlamentari regionali del Partito Democratico Luca Sammartino ed Anthony Barbagallo dopo l’approvazione da parte dell’ARS della norma che accorda al Comune etneo 40 milioni per scongiurare il dissesto finanziario. “Invitiamo i deputati della maggioranza – proseguono Sammartino e Barabagallo – a non scadere in squallidi racconti e a raccontare la verità. Al sindaco Pogliese diciamo di avere più rispetto per il Parlamento siciliano e per il gruppo del Pd perché senza di noi questo articolo non sarebbe passato nemmeno dalla Commissione Bilancio”.

Il gruppo di Forza Italia ha sì dato il proprio parere favorevole alla legge ma non ha certo disdegnato di entrare in polemica, soprattutto con il sindaco catanese Salvo Pogliese definito “inadeguato alla politica” dall’eurodeputato Giuseppe Milazzo che ha sottolineati il “grande impegno di Marco Falcone”. Pogliese aveva d’altronde annunciato il dialogo con tutte la parti politiche dell’Ars per l’approvazione del “Salva Catania”, un’operazione non riuscita visto il voto contrario di M5S e PD.

Pogliese, dal canto suo, ha risposto alle polemiche al vetriolo di Milazzo pur ringraziando gli onorevoli del parlamento siciliano per l’approvazione del disegno di legge che è arrivata in ritardo di sette mesi rispetto al Decreto Crescita del Governo nazionale. “Nei prossimi giorni faremo un’approfondita verifica tecnica per valutare se è ancora conveniente per il Comune avvalersi di questa norma – ha detto Pogliese -,  considerato che l’anticipazione dei trasferimenti comporta onerosi interessi finanziari, visto che lo Stato ci ha dato la possibilità di aumentare il ricorso all’anticipazione di cassa”.

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