Riscossione Sicilia, la società partecipata che si occupa delle tasse nell’Isola, è salva grazie all’articolo 33 della Legge di Stabilità discusso e approvato ieri all’Ars.

Con la riscrittura governativa dell’articolo 33 della Legge di Stabilità della Regione Siciliana, sono 11 milioni e 200 mila euro quelli stanziati per il ripiano dei debiti ed il funzionamento della Società nel 2016 ai quali si aggiungono altri 2 milioni e 300 mila euro.

Ma il salvataggio di Riscossione Sicilia passa attraverso il ‘siluramento’ del suo presidente, Antonio Fiumefreddo. L’avvocato è ormai inviso alla maggior parte del Parlamento siciliano.Alla fine del 2015 una ricapitalizzazione da 8 milioni di euro per la società venne bocciata dall’Ars e allora, Fiumefreddo, avrebbe dovuto portare i libri in tribunale e dichiarare la società in insolvenza. Non lo fece. Al contrario attaccò i Parlamentari evasori, poi gli enti regionali, in seguito i Comuni.

In quei giorni, Fiumefreddo arrivò ad attaccare la politica ‘lobbista’ contro Riscossione Sicilia ottenendone una denuncia per aver infamato un corpo politico presentata dal presidente dell’Ars giovanni Ardizzone. In realtà fu uno scambio di denunce, esposti e  querele.

Insomma, in Sicilia tutti devono dare soldi a Riscossione ma gli enti negano e contrattaccano come fanno anche i singoli politici. E adesso il salvataggio di Riscossione Sicilia non poteva che passare attraverso il ‘siluramento’ del suo Presidente messo in atto con le dimissioni, chieste e ottenute, a Maria Filippa Palagonia ed Eustachio Cilea, i due consiglieri di amministrazione che, con la loro scelta, hanno fatto decadere l’intero cdA e dunque anche Fiumefreddo.

Lui non ci sta e attacca ancora considerando quello che è accaduto come la conseguenza della sua attività che rappresenta ‘lesa maestà’. Ecco il video commento dell’ex presidente, l’avvocato catanese, Antonio Fiumefreddo.

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