Continua l’eruzione sull’Etna, ma l’attività, soprattutto sul piano del rilascio di energia, è notevolmente in calo.
E’ presente una debole attività stromboliana dalla ‘bocca’ del nuovo cratere di Sud-Est e il fronte lavico della colata è fermo nella zona alta della ‘parete’ della desertica Valle del Bove.
Sono rientrati nella norma i livelli e le ampiezze del ‘tremore’ dei condotti magmatici interni del vulcano attivi più alto d’Europa, come evidenziano i rilievi dell’Osservatorio etneo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania.
L’allerta sullo spazio aereo, il Vona, è giallo: e gli aeroporti di Catania e Comiso (Ragusa) sono pienamente operativi.

Ieri, intanto, la Procura di Catania ha aperto un’inchiesta su eventuali responsabilità relative ai livelli di sicurezza sull’Etna dopo l’esplosione freatica del 16 marzo scorso, a quota 2.700, che ha ferito in modo non grave una decina di persone. Il fascicolo, di cui è titolare il procuratore Carmelo Zuccaro, al momento è senza indagati.

Servirà a chiarire la tempistica sull’ordinanza di accesso al vulcano attivo più alto d’Europa, e in particolare se la ‘zona rossa’ si sarebbe dovuta abbassare di quota prima dell’accaduto, e l’azione delle guide dell’Etna nel garantire la sicurezza dei turisti che accompagnavano.

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