E’ in corso nella provincia etnea una vasta operazione antimafia della polizia di Catania, con l’impiego di centinaia di poliziotti, che stanno eseguendo un’ordinanza per 35 indagati disarticolando la cosca Santangelo-Taccuni di Adrano, espressione territoriale della ‘famiglia’ Santapaola-Ercolano.

Il manifesto funebre per il pentito ancora vivo

Il clan aveva fatto affiggere per le vie di Adrano un necrologio con l’annuncio della morte di un neo-collaboratore di giustizia con la scritta ‘Valerio Rosano, di anni 26’ e il luogo e l’orario dei presunti funerali.

L’arrivo di Striscia la notizia

Uno dei presunti esponenti del clan intervistato dalla trasmissione ‘Striscia la notizia’, aveva definito il pentito “un morto che cammina”.

Il VIDEO DI STRISCIA DEL 2017

L’inviata Stefania Petyx si era recata ad Adrano per realizzare un servizio poi trasmesso il 2 ottobre del 2017.In quel servizio la Petyx ed il Bassotto dopo aver mostrato l’affissione del manifesto funebre andava in giro per il Paese chiedendo agli abitanti un selfie con un cartello tratto dalle parole di Peppino Impastato “La mafia è una montagna di merda”.

La reazione di Adrano

Fra resistenze e paura era riuscita a portare a casa, comunque, diversi, selfie molti fra i giovani ma si era, poi, imbattutata anche in chi condivideva quel cartello funebre ed anzi era orgoglioso di poter usare il mezzo televisivo per mandare un messggio e sostenere che un pentito è “un morto che cammina, un infame che si era ucciso da solo”.

A distanza di una settimana dal servizio Adrano aveva poi reagito con una manfestazione, un corteo contro la criminaltà organizzata ripreso da tutte le televisioni nazionali e dai mezzi di informazione e del quale, una settimana dopo, il 9 ottobre, raccontò anche lo stesso tg satirico.

L’inchiesta

In corso c’era già una inchiesta sull’affissione di quel manifesto che già le forze dell’ordine avevano considerato una minaccia e una dichiarazione di dissociazione da Valerio Rosano le cui dichiarazioi adesso, dopo due anni e mezzo, portano a smantellare il presunto clan del quale lui steso faceva parte

L’inchiesta, denominata ‘Adrano Libera’, è coordinata dalla Dda della Procura di Catania.

 

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