Infiltrazioni della mafia nelle scommesse online sono al centro di un’inchiesta della Procura distrettuale di Catania che ha portato all’emissione, da parte del Gip, di un’ordinanza cautelare nei confronti di 21 indagati. si aggiunge ai primi arresti congiunti con Bari e Reggio Calabria e alla seconda ordinanza che riguardava 36 persone qualche giorno fa
Il provvedimento è stato eseguito da Guardia di finanza, Scico delle Fiamme gialle, carabinieri del comando provinciale e della sezione Anticrimine dell’Arma.
I reati contestati, a vario titolo, sono associazione mafiosa e a delinquere, esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse e intestazione fittizia di beni. Le contestazioni sono connesse alla gestione illecita d’imprese, in Italia e all’estero, dedite all’acquisizione di licenze e concessioni governative utilizzate per le attività di giochi e scommesse a distanza, effettuate aggirando le normative fiscale e antiriciclaggio.
Emerse anche violazioni delle misure di prevenzione patrimoniali con l’intestazione fittizia di beni e società. Tra i reati dell’inchiesta anche delitti contro il patrimonio e commessi per acquisire la gestione o comunque il controllo diretto ed indiretto delle attività imprenditoriali attive nel settore dei giochi e scommesse a distanza in Sicilia. La Procura distrettuale di Catania, che ha coordinato l’inchiesta, ha delegato alla guardia di finanza le indagini sul gioco on line e ai carabinieri quelle su ipotesi di mafia sul gruppo Placenti.
Il provvedimento è la prosecuzione, sul fronte delle indagini sulla ‘famiglia’ Santapaola-Ercolano, dell’operazione del 14 novembre scorso, con l’esecuzione di fermi nei confronti di 15 indagati, alcuni dei quali indicati come mafiosi, che operavano nel settore del ‘gaming on-line’.
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