Un patrimonio milionario. Un ‘tesoro’ da 44 milioni di euro. E’ quello sequestrato dalla Guardia di Finanza di Catania a William Alfonso Cerbo, 34 anni, arrestato nel 2014 nell’ambito di un’operazione antimafia.

L’indagine era stata denominata “Scarface” perché il giovane era solito emulare il boss Tony Montana del film “Scarface”. Addirittura Cerbo si era fatto costruire un trono con sopra riportate le sue iniziali, in tutto e per tutto uguale a quello dove era solito sedersi nel film l’attore Al Pacino.

COME TONY MONTANA IN SCARFACE: NELLA SALA GIOCHI IL TRONO

I beni, mobili e immobili, illecitamente accumulati dalla famiglia hanno portato a evidenziare la disponibilità complessiva di redditi di oltre 2 milioni di euro rispetto ai soli 80 mila euro dichiarati al Fisco in 14 anni.

Sono state sequestrate quote societarie di 20 aziende e 30 beni immobili in diverse regioni d’Italia e riconducibili a William Cerbo, orologi di pregio, il tutto per un controvalore complessivo pari a circa 44 milioni di euro. Tra gli immobili sottoposti a sequestro anche la villa di Cerbo.

Cerbo, secondo gli investigatori, in affari con il clan Mazzei è attualmente agli arresti domiciliari e imputato per i reati di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori e bancarotta.

Quando era stato arrestato con altre 15 persone, di Cerbo gli investigatori avevano ricostruito il suo ruolo come elemento di spicco del sodalizio criminale dei “Carcagnusi”, particolarmente attivo nella gestione di attività economiche e imprenditoriali del clan Mazzei, nelle estorsioni e nel recupero crediti.

Era emerso un quadro in cui i proventi delle attività illecite e delle bancarotte realizzate con metodo mafioso venivano inseriti nel circuito legale attraverso la creazione di una galassia di imprese commerciali, associazioni sportive dilettantistiche (a copertura di bische clandestine) e enti non a scopo di lucro.

Le indagini patrimoniali nei confronti di William Cerbo e del suo nucleo familiare sono servite a verificare il loro tenore di vita e il patrimonio posseduto con i redditi dagli stessi dichiarati.

In una delle attività gestita dal clan “Mazzei” sono stati trovati dei bilanci firmati da soci già morti da anni.