a Alfio Aiello e Pasquale Oliva

Mafia, maxi sequestro dei Ros | Sigilli a beni per 15 milioni di euro

Beni per quindici milioni di euro sono stati sequestrati dai carabinieri del Ros, su disposizione della sezione misure di prevenzione del tribunale di Catania, ad Alfio Maria Aiello e Pasquale Oliva, due esponenti ritenuti di primissimo piano all’interno della famiglia catanese di Cosa Nostra.

Il provvedimento si basa sulle investigazioni sfociate poi nelle operazioni antimafia Iblis e Caronte con le quali la procura distrettuale antimafia ha di fatto disarticolato importanti cellule di cosa nostra che operano a Catania e in provincia e riconducibili proprio alla famiglia Santapaola-Ercolano.

Alfio Aiello è stato condannato in primo grado dal Tribunale di Catania nell’ambito del processo Iblis a 12 anni e 4 mesi  per la sua partecipazione diretta all’associazione mafiosa e per intestazione fittizia di quote societarie e di immobili, condanna poi confermata in appello. Recentemente alla fine del 2014, è stato raggiunto in carcere da un nuovo ordine di arresto nell’ambito dell’operazione Caronte perché accusato di essersi adoperato assieme al fratello Vincenzo e a Vincenzo Ercolano, ad intestare fittizziamente le quote della società servizi autostrade del mare a soggetti terzi. Ad Aiello sono stati sequestrati tre società agrumicole, quote di altre tre  e poi terreni nei quali operavano le sue società e tre autoveicoli.

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Sequestrate anche due società riconducibili a Pasquale Oliva, indagato in Iblis e condannato a 18 anni per i reati di partecipazione ad associazione mafiosa ed estorsione aggravata e accusato da più pentiti di mafia, tra questi Ignazio Barbagallo, Santo La Causa, Umberto di Fazio e i fratelli Giuseppe e Paolo Mirabile di avere avuto un ruolo apicale nell’organizzazione cosa nostra etnea in particolar modo a Ramacca.

br

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