Nel giorno in cui i ‘migranti’ del regista italiano Gianfranco Rosi, con il film ‘Fuocoammare’ sono in corsa per l’Oscar, c’è la storia di solitudine, l’ennesima, di un corpo senza vita che non avrà mai un nome. 

‘PM337’: è solo un numero. Non è stato possibile neanche stabilire se è un migrante uomo o una donna. Da oggi ha una degna sepoltura nel cimitero comunale di San Gregorio.

E’ uno dei tanti migranti morti durante il viaggio della speranza che dalla Libia avrebbe dovuto concedergli una vita migliore in Sicilia. Nessuno lo ha mai cercato, nè ne ha mai riconosciuto il corpo.

Il cadavere è stato recuperato nel Canale di Sicilia dopo il naufragio dello scorso 15 luglio. L’atto di morte (n. 14 P.2 S.C.) è datato 19 luglio. Ad inviarlo al Comune di San Gregorio è stato il Comune siracusano di Melilli.

Dal pontile della Nato di Melilli, infatti, la salma che portava solo un numero distintivo: PM 337 è arrivata dopo il nulla osta al seppellimento trasmesso dalla Questura di Catania.

Alla presenza del sindaco di San Gregorio, Carmelo Corsaro e del parroco don Ezio Coco, la salma è stata sistemata in una nicchia accompagnata da una preghiera e una benedizione.

“Abbiamo recitato una preghiera laica – ha spiegato don Ezio Cocco – nella quale non abbiamo invocato né Gesù, né Allah, né Krishna, né Maometto perché Dio è uno; abbiamo invocato l’unico Signore affinché benedicesse quell’uomo o quella donna di cui non conosciamo il nome ma di certo noto a Dio; abbiamo interceduto nel cuore di Dio perché lui potesse accoglierlo nel suo regno”.

“Il Comune di San Gregorio – ha commentato il sindaco Corsaro – grazie anche alla presenza dei salesiani sul territorio, partecipa con la propria solidarietà nei confronti di quella che è diventata una cruda realtà e non più una emergenza. L’istituto salesiano ha già accolto venticinque profughi minorenni ed ora, nonostante la scarsità di posti, abbiamo ricavato un loculo per dare pace e riposo a colui o colei che era fuggito dalla propria terra in cerca di una vita migliore”.

E intanto arriva l’annuncio delle nomination che è previsto il prossimo 24 gennaio, mentre la cerimonia di consegna degli Oscar si terra’ al Dolby Theatre di Los Angeles domenica 26 febbraio. Il documentario di Gianfranco Rosi, interamente ambientato a Lampedusa, è il titolo italiano scelto per concorrere al miglior film non in lingua inglese.

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