Dopo tre anni dall’uscita dell’album Fuoco Nero (2014), Antonio Monforte ritorna sulle scene con il nuovo disco Cuore Tradito, interamente registrato chitarra e voce, progetto intento a valorizzare le canzoni nella propria essenza, un po’ “come passarsi al microscopio, mettersi completamente a nudo, setacciare ogni singola parola, frase, respiro, catturare lo sfrigolio delle dita sulle corde, ogni singolo passaggio, sfumatura, accordo, stato d’animo, tentare di riprodurre su disco lo stesso pathos di quella notte in cui nasceva Nuvole”, seconda traccia di questo lavoro, controcorrente con quello che propone il mercato della discografia italiana.

Non c’è la band a suonare, quei musicisti che lo hanno sempre accompagnato in questi anni: c’è solo Antonio con la sua chitarra acustica che racconta questa vita direttamente dalla strada con la grinta di sempre e la delicatezza di chi ci mette il cuore; quel cuore che, come lui stesso dice, “oggi manca anche nella musica”.

Nei due album precedenti Monforte ci ha proposto canzoni prevalentemente in dialetto siciliano, basta ricordare Sugnu Pazzu, E non passa mai, U santu, A zita. Al contrario, Cuore Tradito contiene otto tracce tutte cantate in italiano, a parte una rielaborazione di Fuoco nero scritta a quattro mani con l’editore Alfio Grasso, canzone già incisa nel precedente album.

Monforte tocca, come sempre, temi e argomenti attuali, problematiche esistenziali, storie di tutti i giorni in cui ognuno può rivedersi. Stavolta lo fa senza ironia, in maniera diretta, da cantautore vissuto, in una veste completamente nuova, nel pieno della maturità. Insomma, lo fa in maniera “nuda e cruda”, con un suono sanguigno, suggestivo, curato dal Riccardo Samperi.

Il cd sarà presentato in occasione del quarantottesimo compleanno del cantautore catanese al teatro Machiavelli di Catania, in allegato al libro di poesie Occhi Egizi. L’amore perduto, edito da Algra Editore, del poeta Antonio Armenio. Una serata a ingresso libero durante la quale Monforte canterà le canzoni del nuovo disco intervallate dalle poesie di Armenio, lette dall’attore e cantante Salvo Disca. A fare da cornice alla location una mostra di quadri del pittore Gaetano Catania.

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