Maggioranza critica, maggioranza propositiva. Si parla ancora e lo si farà, verosimilmente, per molto tempo, della relazione del sindaco di Catania Enzo Bianco in consiglio comunale. Un intervento che ha ricevuto plausi e molte critiche. Quest’ultime, però, e la cosa merita certamente una riflessione non sono arrivate solo dai banchi dell’opposizione, bensì dalla stessa maggioranza.

Intervistato dalla redazione di BlogSicilia, Niccolò Notarbartolo, esponente di quel Pd catanese non allineato alle posizioni del sindaco Bianco, guarda con estrema criticità alla relazione del sindaco in aula.

“Una relazione disonesta. 21 pagine di speranze per il futuro – spiega Notarbatolo – ma dopo 4 anni di amministrazione bisognerebbe fare anche un minimo di rendiconto. Vengono riportare cifre, disegnando, però, una città che è lontanissima da quella che vivono i catanesi. Mi chiedo, quali siano i lavori che sono stati portati avanti?”.

Dalle sue parole si potrebbe evincere che il bilancio dell’amministrazione Bianco sia fallimentare.

“In moltissime cose l’amministrazione ha fallito. Catania è l’unica città assegnataria del Pon metro che non ha fatto ancora presentato progetto. Catania non ha ancora un piano regolatore, non viene pianificato il commercio, ci innamoriamo di micro interventi. Catania è una città bellissima che ha potenzialità straordinarie. In questo senso è lecito chiedersi se Catania sia migliorata o peggiorata? Se i servizi siano migliorati o peggiorati? Non ci dobbiamo innamorare di follie. Il sindaco come primo e straordinario risultato parla del Cunes, ma questo cambia la quotidianità di qualcuno?”

Provando a fare una fotografia di Catania dal 2013 ad oggi?

“Catania ha un tessuto socio-economico, sfibrato, il numero dei poveri è aumentato. Quando in modo orgoglioso il sindaco si vanta di aver arrestato i lavavetri, o che con lo Street control ha intercettato gli automobilisti senza assicurazione, non si rende conto che Catania è una città con una situazione drammatica. Dobbiamo comunque dare atto al sindaco il dissesto sarebbe devastante per la città: i creditori non verrebbero pagati, bisognerebbe svendere. Bianco è riuscito a utilizzare le finanziarie nazionali per salvare la città”.

In questo panorama non pensa che anche la maggioranza al consiglio comunale e, dunque, il suo partino abbiano commesso degli errori?

“Il consiglio comunale non è riuscito a limitare le follie dell’amministrazione. Se un milione di euro vengono realizzati per realizzare un’opera come il muro con fontana del Tondo Gioeni. Se una città spende fondi propri per questo ma ha 19 plessi scolastici a norma su più di 100, vuol dire che ha un’amministrazione incapace di capire le esigenze della città?”.

Guardiamo al futuro. Vede ancora Enzo Bianco come candidato sindaco a Catania?

“Mi piacerebbe molto che Enzo Bianco avesse l’umiltà di capire che dopo vent’anni, vista l’incapacità di creare una classe dirigente, quel ruolo non lo riesce più a interpretare. Diciamo che dovrebbe diventare il padre nobile della città perché questa ha bisogno di un respiro più ampio”.

Se dovesse tracciare un identikit del prossimo candidato sindaco di Catania, sarebbe quello di un giovane?

“Non una gioventù fine a se stessa. Non vedo un soggetto ma un progetto al posto di Enzo Bianco che per me è il paladino dello ‘status quo’, conservatore di interessi legittimi. Un mondo incapace di garantire dinamismo o comunque di dare equilibrio. Il limite di Bianco è che pensa che per Catania esista un oggi perché esiste lui”.