• In amministrazione giudiziaria l’impero di Nicotra
  • Il politico e imprenditore accusato di essere in stretto contatto con Cosa Nostra
  • Le nove aziende finite in amministrazione per un giro d’affari di oltre 30 milioni

Su richiesta della Procura etnea, il Tribunale di Catania ha emesso un decreto di amministrazione giudiziaria, per la durata di un anno, per nove società, riconducibili a Giuseppe Raffaele Nicotra, 64 anni, di Aci Catena,  agli arresti domiciliari, e ad altri congiunti. Si tratta di società del settore del commercio al dettaglio e all’ingrosso di prodotti alimentari, della gestione ed elaborazione di dati contabili amministrativi e commerciali e della compravendita d’immobili.

Nicotra vicino alla cosca Santapaola – Ercolano

I Carabinieri di Catania ritengono che la gestione delle attività possa essere sospettata di essere stata orientata al fine di agevolare la famiglia di Cosa Nostra etnea Santapaola – Ercolano, di cui già pregresse attività investigative e le conseguenti vicende giudiziarie avevano certificato la particolare vicinanza di Nicostra, in particolare al gruppo di Aci Catena. L’operazione “Aquilia”  del 2018, finita con la disarticolazione dei gruppi di Acireale e Aci Catena, aveva visto tra i destinatari del provvedimento cautelare anche Raffaele Giuseppe Nicotra, i cui contatti con la mafia risalivano nel tempo e, in particolare, alla primavera del 1993, quando il suo comportamento in favore di Sebastiano Sciuto, inteso “Nuccio coscia” indusse il Prefetto di Catania a decretare la sua rimozione dalla carica di Sindaco del comune di Aci Catena, peraltro poco dopo sciolto per infiltrazioni mafiose con decreto del Presidente della Repubblica.

Il caso del funerale al cognato del capo mafia

In particolare, dopo l’uccisione del cognato di Sciuto avvenuta nel corso di un assalto a una gioielleria di Acireale, Nicotra, sindaco del Comune di Aci Catena, si era recato presso la Compagnia Carabinieri di Acireale per chiedere a gran voce che venisse revocato il provvedimento del questore di divieto di svolgimento pubblico delle esequie, contravvenendo anche all’obbligo di far rimuovere i necrologi affissi nel territorio comunale, nonché schierandosi di fatto a favore della famiglia del defunto e affiancandosi durante le esequie.

La scalata politica grazie alle famiglie

Intercettazioni e dichiarazioni di collaboratori di giustizia hanno confermato la vicinanza di Nicotra con i vertici mafiosi  con riferimento anche al reperimento di consensi elettorali a suo favore nel corso delle competizioni all’ARS. Nicotra, anche grazie alla sua attività imprenditoriale iniziata nel 1983, nel corso degli anni, ha agevolato l’attività di soggetti vicini alla Cosa Nostra etnea sollecitando, dal 2005 al 2012, i vertici dei Santapaola a reperire voti per sé o per soggetti da lui individuati, ponendosi quale interlocutore politico di riferimento per la consorteria mafiosa, disponibile ad assecondarne le esigenze. Nicotra avrebbe anche pagato gli “stipendi” degli affiliati detenuti e avrebbe impiegato, nelle proprie attività numerosi familiari di appartenenti all’organizzazione mafiosa.

I nomi delle aziende in amministrazione

Le attività commerciali  finite in amministrazione sono riconducibili a Nicotra e spaziano dal settore della piccola e grande distribuzione di generi alimentari, alla gestione ed elaborazione di dati contabili amministrativi e commerciali, alla compravendita di beni immobili. Si tratta dell’Ingrosso Alimentari Nicotra di Giuseppa Chiarenza & C. s.a.s.; Pavit s.r.l.; Nucleo6 s.r.l.; Nicotra Food s.r.l.; Belfrontizio s.r.l.; Essegi s.r.l.; Nicon s.r.l.; Alimentari Nicotra s.r.l.; Ni.Imm. s.r.l., il cui volume complessivo d’affari, ammonta a oltre 30 milioni euro.