Un “profondo disagio politico”, ma anche la voglia di dare una forte scossa ad un partito disunito che si appresta al prossimo ad andare alle prossime elezioni amministrative correndo in molti comuni senza simboli di partito e spesso con candidati contrapposti.

Sono queste le ragioni che hanno spinto Luca Spataro, già segreterio provinciale e ‘fedelissimo’ del ministro della giustizia Andrea Orlando, ad autosospendersi dalla direzione provinciale del Partito Democratico di Catania, in aperta polemica con il segretario provinciale Enzo Napoli.

In una lettera aperta rivolta a Napoli e al segretario regionale dei Democratici, Fausto Raciti, l’ex numero uno provinciale del PD etneo scrive: “Ho contribuito sin dai primi passi alla costruzione del Partito Democratico nella provincia di Catania e quando si concluse quella esperienza da segretario provinciale avevamo ribaltato una situazione non facile in cui eravamo all’opposizione in quasi tutti i comuni della provincia. Conclusa la mia esperienza ho provato a dare il mio contributo all’interno della direzione provinciale e non ricordo quante volte io sia stato convocato negli ultimi tre anni, un numero di occasioni di poco superiore ai Papi che si sono succeduti nell’ultimo decennio”.

“Ho varie volte segnalato l’anemica vita democratica del partito nella nostra provincia e il fatto che le poche decisioni maturino al di fuori degli organismi del partito – si legge ancora nella lettera – Oggi il PD si avvicina al voto delle amministrative senza alcuna riflessione politica preparatoria. Un fatto già grave a cui si aggiunge il fatto che in moltissimi comuni il partito corre senza simboli”.

Numerosi i casi citati che Spataro cita nella sua lettera: “Non riesco a comprendere in quale sede sia maturata la scelta di non concedere il simbolo nel comune di Paternò, il perché in un altro importantissimo centro come Misterbianco il PD corra senza simbolo, stesso ragionamento vale per la città di Palagonia. Non riesco, inoltre, a comprendere come si possa considerare un fatto normale che nella quasi totalità dei comuni al voto dirigenti di rilievo del PD sostengano candidati sindaci contrapposti. In alcune città si arriva al paradosso di quattro candidati sindaci, sostenuti da altrettante ‘fazioni’ del PD, in alleanza con le più disparate forze dell’intero panorama politico italiano. Non siamo di fronte a casi isolati, ma ormai ad una patologia”.

“Queste cose – continua Luca Spataro – mi sarebbe piaciuto poterle dire in seno alla direzione provinciale. Avrei, per esempio, voluto decidere in quella sede, perché nel comune di Paternò il PD provinciale non concede il simbolo al proprio circolo e al proprio sindaco uscente”.

Spataro non le manda a dire: “La direzione è ormai un organismo inutile che il segretario provinciale del partito non ritiene di consultare neanche quando assume scelte molto gravi come non concedere il simbolo. Un organismo vissuto come un inutile orpello da un gruppo dirigente che ha deciso di non svolgere il proprio ruolo”.

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