Avrebbe ucciso il fratello settantenne Angelo e percepito illecitamente la pensione di invalidità del congiunto, scomparso nel novembre del 2014 e il cui corpo non è stato trovato.
E’ l’accusa contestata dalla Procura a Salvatore Angemi che è stato rinviato a giudizio dal Gup di Catania, Rosa Alba Recupido, per abbandono di incapace, omicidio, soppressione di cadavere e truffa all’Inps. Il Giudice dell’udienza preliminare ha rigettato la richiesta della difesa di accedere al rito del giudizio abbreviato condizionato a perizia medico legale sulla salute di Angelo Angemi e alla trascrizione delle intercettazioni.
Nel processo si sono costituiti parte civile tre fratelli della vittima, Mario, Michele e Giuseppe, con l’avvocato Dario Pastore, e due nipoti, Francesco e Roberta, rispettivamente assistiti dai legali Gaetano Sangregorio e Stefania Siciliano. Della scomparsa di Angelo Angemi si era occupata anche la trasmissione ‘Chi l’ha visto?’ di Raitre.
Il processo sarà celebrato davanti alla Corte d’Assise di Catania, ma la data della prima udienza non è stata ancora fissata dalla cancelleria. Angelo Angemi è scomparso da Catania dal novembre del 2014. Secondo la ricostruzione degli altri familiari, assistiti dall’avvocato Pastore, Salvatore avrebbe comunicato a due fratelli e alla sorella che abitano a Catania che lo avrebbe portato a Torino, dove vive un altro loro fratello.
Da allora non avrebbero più ricevuto sue notizie. A Natale del 2014 i fratelli di Catania hanno chiamato a Torino per fare gli auguri di buone feste e hanno scoperto che in Piemonte Angelo non era andato e che non erano al corrente dell’annunciato trasferimento. Secondo quanto si è appreso, Salvatore Angemi, avrebbe detto ai congiunti di avere perso le tracce del fratello a Messina. Una denuncia di scomparsa e’ stata firmata nel gennaio del 2015 a Catania, e la Procura ha aperto un’inchiesta. Secondo l’accusa, Salvatore potrebbe avrebbe ucciso il fratello e continuato a incassare la sua pensione di invalidità, ma non è escluso che Angelo sia morto per cause naturali ma che lui abbia continuato a fare finta di ‘tenerlo in vita’ per potere, secondo questa tesi, truffare l’Inps.
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