Mentre l’Europa continua a guardare a Est, l’Italia di Giorgia Meloni punta decisamente a Sud. Con il Piano Mattei, il governo guidato da Fratelli d’Italia prova a riscrivere gli equilibri geopolitici nel Mediterraneo, riportando al centro dell’agenda europea un’area chiave a lungo ignorata: il ponte strategico tra Europa, Africa e Indo-Pacifico.
A raccontare questa svolta è Ruggero Razza, eurodeputato di Fratelli d’Italia e presidente della Delegazione del Parlamento europeo per le relazioni con i Paesi del Maghreb. Classe 1979, catanese, giurista di formazione ed ex assessore regionale alla Salute in Sicilia, Razza è oggi una delle figure più attive nel dialogo tra Bruxelles e il Nord Africa, proprio nelle aree su cui si concentra il Piano Mattei.

Con un profilo tecnico e politico al tempo stesso, Razza unisce competenza istituzionale e visione strategica. Il suo nuovo saggio, edito da Bonfirraro e in libreria dal 12 settembre, “Il Piano Mattei. Come Giorgia Meloni ha riportato l’Europa nel Mediterraneo globale“, è il frutto di un lavoro che intreccia analisi geopolitica, numeri, dossier e una conoscenza diretta delle dinamiche euro-africane. Un punto di vista privilegiato per comprendere la traiettoria che la politica estera italiana sta cercando di tracciare nel Mediterraneo.
Un nuovo asse Sud
Nel suo nuovo saggio, Ruggero Razza scrive: “Il Mediterraneo non è più un semplice mare di mezzo. È uno spazio globale che coinvolge Europa, Africa e Indo-Pacifico“. Un passaggio netto da periferia a centro del mondo. È su questa visione che si fonda il Piano Mattei, presentato dal governo Meloni come “strumento concreto di cooperazione non predatoria” con i Paesi africani. Un modello che abbandona le logiche neo-coloniali del passato e punta su infrastrutture, energia, formazione e progetti condivisi.
Razza insiste su un punto chiave: questo approccio non è carità internazionale, ma risposta strategica a sfide strutturali come immigrazione, sicurezza, sviluppo e indipendenza energetica. Il Mediterraneo, da troppo tempo trattato come margine o frontiera, torna a essere un crocevia vitale per gli equilibri geopolitici e le opportunità economiche.
Oggi, il Piano Mattei è già operativo in nove Paesi africani e guarda a una piena integrazione con gli strumenti europei: il Global Gateway e il nascente Patto per il Mediterraneo.
La politica estera di Fratelli d’Italia prende così forma attorno a una visione “mediterranea” dell’Italia, snodo centrale tra UE, Africa e Indo-Pacifico. Un disegno ambizioso, che Razza documenta con dati, fonti e analisi strategica.
In questa prospettiva il Mediterraneo non è solo teatro di sbarchi e crisi umanitarie, ma piattaforma per nuove rotte dell’energia, dei dati e dei commerci. È anche lo spazio in cui si gioca la sfida dell’integrazione culturale e religiosa, e dove si confrontano le influenze di potenze come Cina e Russia, oggi sempre più presenti nel continente africano.
Il ruolo strategico dell’Italia e della Sicilia
È all’interno di questa cornice che si inserisce il ruolo dell’Italia – e in particolare della Sicilia – nel nuovo scacchiere mediterraneo. A guidare questa visione c’è Giorgia Meloni, che ha ribadito la centralità del piano nei più importanti consessi internazionali. Come ha dichiarato la premier ai Rome Med Dialogues: “Il nostro obiettivo è trasformare l’Italia nella porta d’ingresso dell’energia dal Mediterraneo verso l’Europa“.

Per riuscirci, il governo ha puntato su una rete di nuove infrastrutture strategiche: gasdotti, impianti fotovoltaici, interconnessioni elettriche e rigassificatori, come quello già operativo a Ravenna e quello in fase avanzata a Porto Empedocle.
Il libro offre uno spaccato importante anche per la Sicilia. Come ricorda Razza, l’Isola “è il cuore delle nuove rotte energetiche e digitali che attraversano il Mediterraneo”, con progetti chiave come ELMED – l’interconnessione Italia-Tunisia – e il South H2 Corridor per il trasporto dell’idrogeno. Senza dimenticare il ruolo crescente dell’eolico off-shore nel canale di Sicilia e la centralità logistica del porto di Augusta, già individuato dal governo come hub per lo sviluppo dell’energia rinnovabile.
Il diritto a non emigrare
Un passaggio chiave del saggio è quello legato al concetto di “diritto a non emigrare”, promosso da Benedetto XVI e rilanciato oggi anche da Meloni come fondamento della nuova cooperazione con l’Africa. Non si tratta solo di uno slogan: il piano si fonda sull’idea che sviluppo e dignità siano le vere risposte al traffico di esseri umani e all’instabilità geopolitica nel Sahel e nel Maghreb.
Come spiega Razza, il Piano Mattei nasce proprio da questa visione: costruire partenariati alla pari, abbandonando definitivamente la logica assistenziale e neocoloniale che ha caratterizzato decenni di relazioni tra Europa e Africa. Il piano si fonda su progetti concreti in campo energetico, infrastrutturale, educativo e tecnologico, già avviati in nove Paesi africani, e si inserisce in un contesto più ampio che include anche strumenti europei come il Global Gateway e il futuro Patto per il Mediterraneo.
Il futuro dell’Italia passa dal Mediterraneo
Il Piano Mattei di Ruggero Razza non è solo un’analisi politica, ma un contributo alla comprensione di una traiettoria strategica in pieno sviluppo. Chi vuole capire dove sta andando la politica estera italiana – e il posizionamento internazionale di Fratelli d’Italia – troverà in questo libro una chiave di lettura utile e documentata.
Razza ricostruisce contesti, numeri, accordi internazionali e dossier energetici. E lo fa da una prospettiva privilegiata: quella del presidente della Delegazione UE per i rapporti con il Maghreb. Un libro utile per chi vuole capire dove sta andando la politica estera italiana, quale sarà il ruolo della Sicilia nei prossimi dieci anni e perché il Mediterraneo è tornato a essere un fronte strategico. Come scrive l’autore: “Il Mediterraneo non è più un confine. È una frontiera da attraversare, una sfida da vincere. Il futuro dell’Italia passa da qui”.






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