L’ufficiale dei carabinieri del Ros, Lucio Arcidiacono, che ha catturato il capomafia Matteo Messina Denaro, il procuratore generale di Catania, Carmelo Zuccaro, e il giornalista Antonio Condorelli. Sono loro i vincitori del premio Agosta che sarà consegnato durante un incontro su “Unirsi contro le mafie, tecniche preventive e monitoraggio del fenomeno”, che si terrà il 18 marzo alle 10 nella sala conferenze de Le Ciminiere del capoluogo etneo.

Presenti anche gli studenti e rappresentati ordine Avvocati

Saranno presenti anche studenti delle quinte superiori, universitari e rappresentanti dell’Ordine degli Avvocati che hanno partecipato alle iniziative di sensibilizzazione dell’associazione antimafia Agosta. Ad aprire i lavori sarà Emanuele Coco, docente di storia e filosofia dell’università.

Previsti interventi del ministro Nello Musumeci, di Carmelo La Rosa, presidente dell’associazione nazionale antimafia Alfredo Agosta, di Emilio Grasso, dirigente dell’ufficio scolastico regionale per la Sicilia, di Antonino Guido Distefano, presidente dell’Ordine degli avvocati, di Filippo Pennisi, presidente della Corte d’appello e del prefetto Maria Carmela Librizzi, Prefetto di Catania. Una sessione degli studi sarà dedicata al ricordo del maresciallo Alfredo Agosta, con la relazione del figlio Giuseppe. Previste tre relazioni, quella dell’avvocato Ivan Albo, del generale di corpo d’armata e comandante interregionale dei Carabinieri Giovanni Truglio e del Pg Carmelo Zuccaro. Le conclusioni saranno di Chiara Colosimo, presidente della commissione nazionale antimafia.

Il premio Agosta

L’iniziativa è finalizzata al tenere viva la memoria dell’operato del Maresciallo Maggiore “A” dell’Arma dei Carabinieri Alfredo Agosta, barbaramente ucciso la sera del 18 marzo 1982 a Catania. Ha un solo obiettivo ambizioso, ossia quello di esaltare e premiare i meriti di coloro che si sono distinti con il proprio impegno, concretizzando il senso civico, per realizzare e mantenere un mondo migliore.

Si propone, inoltre, di premiare persone che, all’interno della società, abbiano condotto delicate e rischiose operazioni mostrando e dando giusto risalto professionale alla loro persona, agendo o mettendo a grave rischio la propria vita, oppure conducendo indagini assai delicate o sgominato apparati finanziari, politico – economici, riconducibili a sodalizi criminali che ricadano sotto la definizione codicistica dell’art. 416 bis del Codice Penale.