Alla fine il video della processione che sta creando scompiglio è stato diffuso.

Una sequenza di un minuto e 57 secondi che ‘immortala’ i portatori del Cristo Morto di San Michele di Ganzaria, nel Catanese, che lasciano il percorso della processione del Venerdì Santo per percorrere una salita che rientra nel vecchio percorso del corteo.

A diffondere le immagini sono stati i carabinieri del Comando Provinciale di Catania che indagano sull’episodio e sul presunto omaggio sotto casa del boss Francesco La Rocca, detenuto in regime di 41 bis, durante la processione del venerdì Santo.

Ieri, come atto dovuto, la Procura di Caltagirone ha iscritto nel registro degli indagati una decina di persone, la maggior parte portatori della vara di Cristo Morto, ipotizzando il reato di turbativa dell’ordine pubblico.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, la vara si è staccata dal corteo principale, dove sono rimasti in forte dissenso con la deviazione il sindaco Gianluca Petta, il parroco e il comandante della stazione dei carabinieri, e sarebbe rimasta nel quartiere dove si trova l’abitazione di La Rocca. Nel video si sentono urla e applausi.

Per i ‘tradizionalisti’ di San Michele di Ganzaria, invece, il corteo ha rispettato il percorso storico che la chiesa aveva quest’anno per la prima volta modificato.

Monsignor Calogero Peri, vescovo di Caltagirone, ha intanto disposto lo stop a tutte le processioni religiose.

 “La magistratura farà chiarezza sull’intera vicenda – ha detto il prelato – è evidente, però, che sotto il profilo pastorale sia necessario riflettere su quanto è successo e impegnarsi con le azioni dovute ed appropriate, in particolare per non ferire ulteriormente la devozione autentica e l’accoglienza delle quali la comunità sammichelese ha sempre dato prova”.

“La deviazione della processione, quasi con una sollevazione popolare; le aperte critiche contro il parroco che sarebbe stato colpevole di non avere rispettato la tradizione; le voci che ne sono seguite… attendono adesso la loro chiarificazione per essere, pastoralmente, riorientate al fine di evitare il ripetersi di simili accadimenti ed evitare degenerazioni e abusi”, ha scritto il prelato della diocesi di Caltagirone.

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