Con una nota inviata al sindaco della Città metropolitana di Catania ed al nuovo Prefetto, i lavoratori della Pubbliservizi hanno preannunciato lo stato di agitazione. Alla base della protesta c’è l’assoluto silenzio dei vertici dell’ex provincia, sul futuro della partecipata e del livello occupazionale di un’azienda che conta in organico circa 400 unità e produce ancheun considerevole indotto.
“Da diversi mesi – spiegano i dipendenti – viviamo in una sorta di limbo, costituito dalla mancanza di una forte governance aziendale e dalla totale latitanza dei soci, mentre da qualche settimana la situazione è notevolmente precipitata a causa delle mai avvenute dimissioni dell’attuale presidente che non hanno permesso un cambio alla guida dell’azienda, ma soprattutto delle insistenti voci che danno per imminente la procedura di messa in liquidazione dell’attuale società e la nascita di un nuovo soggetto. Ci troviamo con il cerino in mano per il solo e semplice fatto che veniamo regolarmente pagati per non fare nulla! Questo accade perché, se da una parte il canone del discutibile contratto di servizio viene pagato regolarmente dalla Città metropolitana, dall’altro lo stesso ente non cura gli investimenti che dovrebbero consentire al personale di effettuare gli interventi necessari. Con la gravissima conseguenza che vengono trascurati i lavori per la sicurezza delle strade di competenza, per la manutenzione ordinaria e straordinaria delle vie della Zona Industriale e degli edifici scolastici, per la prevenzione del rischio idrogeologico e molto altro ancora”.
Parliamo – continua la nota dei lavoratori Ugl – di opere fondamentali per la sicurezza e l’incolumità dei cittadini dei 58 comuni dell’area metropolitana che vengono quotidianamente abbandonati, così come lo siamo tutti noi che, invece, vorremmo poter essere utili. Ed inoltre, in questo periodo abbiamo perso credibilità nei fornitori, che non ci sostengono più nelle forniture perché hanno paura di non venire pagati puntualmente, senza contare che la quotidiana instabilità non ci consente di operare sul mercato elettronico.” Intanto il prossimo 31 Marzo scadrà il contratto di servizio vigente, ma a palazzo Minoriti non si muove foglia come confermano gli stessi dipendenti: “Siamo molto preoccupati, per questo chiediamo un incontro al vertice dell’amministrazione della Città metropolitana ed ai dirigenti aziendali, affinchè i lavoratori possano conoscere le intenzioni dei soci sul futuro dell’azienda, partecipando altresì al tavolo decisionale. Riteniamo che la Pubbliservizi possa davvero essere un fiore all’occhiello dell’intera provincia e non l’ennesimo carrozzone ostaggio della politica dei sottogoverni. Per questo vogliamo richiamare gli amministratori metropolitani alle loro responsabilità, alla stessa stregua di chi in questi anni alla Regione è stato autore della mancata riforma delle province.”
“Siamo fortemente preoccupati per il rinnovo del CdA e del contratto dei lavoratori della Pubbliservizi. Chiediamo al sindaco della Città Metropolitana e all’Ad della partecipata di incontrarci, con Cgil e Uil, prima della riunione che si terrà nei primi giorni della prossima settimana”.
A dirlo sono Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl di Catania, e Rita Ponzo, segretaria generale Fisascat Cisl etnea, sulla prossima riunione per ricostituire il CdA della Pubbliservizi.
“La ricostituzione del consiglio d’amministrazione – aggiungono – è fondamentale per le scelte aziendali che prenderà per fa ripartire la Pubbliservizi. Ripartenza che deve avvenire sulla scorta dei principi di legalità ed etici che devono guidare le società a partecipazione pubblica”.
“Per tale motivo – concludono – riteniamo urgente incontrare il sindaco e l’amministratore delegato, perché dall’incontro scaturisca un contributo di serenità per i lavoratori e per la prosecuzione delle attività che sono chiamati a prestare per la collettività metropolitana”.
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