La Polizia di Stato ha denunciato una 60enne per truffa dopo che avrebbe raggirato una donna di 40 anni che aveva messo in vendita su un sito online degli ammortizzatori per auto.

Il raggiro online

La vittima del raggiro è stata contattata telefonicamente da una potenziale acquirente. La malcapitata venditrice è stata raggirata,  seguendo le istruzioni della malvivente si era recata, con la propria carta al bancomat della posta per ricevere l’accredito del prezzo pattuito per la compravendita. Nello specifico, la falsa acquirente, ha indicato alla donna un codice da digitare, riuscendo in tal modo a sottrarre dalla carta bancomat della malcapitata la somma di 1000 euro.

La denuncia e le indagini

Una volta resasi conto di essere stata truffata, ha denunciato tutto al Commissariato Borgo Ognina. Le indagini, avviate dai poliziotti, attraverso l’analisi dei flussi bancari, hanno consentito di risalire all’identità della truffatrice, già nota alle forze dell’ordine per le molteplici truffe perpetrate con lo stesso modus operandi e, pertanto, a denunciarla in stato di libertà per truffa.

L’allarme dall’Agenzia delle Entrate

Nuova truffa online smascherata dalla Agenzia delle entrate-Riscossione che informa che è in corso una nuova campagna di invio di email truffa (phishing). Le mail hanno come oggetto “Mancato versamento dell’imposta di bollo sulle fatture elettroniche emesse nel 4° trimestre 2021” e come mittente helpdeskenti@agenziariscossione.gov.it.

Cosa dice l’Agenzia delle Entrate

“Agenzia delle entrate-Riscossione è assolutamente estranea all’invio di questi messaggi”, fa sapere e  raccomanda di non tenere conto delle email ricevute, di non utilizzare i link indicati, di non scaricare alcun allegato, di non dare seguito alle richieste riportate nel testo e di eliminarli immediatamente. Si tratta di messaggi che potrebbero danneggiare pc, smartphone e tablet, attraverso l’utilizzo di file contenenti virus o collegamenti a siti web esterni potenzialmente pericolosi.

Fenomeni phishing, smishing o vishing,

Hanno nomi strani, phishing, smishing o vishing, ma un comune denominatore: sono tecniche per truffare chi ha un conto in banca e incautamente risponde a una mail, ad un sms o semplicemente ad una telefonata. Le truffe si differenziano solitamente in base al mezzo, spesso sofisticato, che cerca di emulare i contatti della stessa Banca, che possono avvenire via email (phishing) e/o via sms (smishing) o mediante telefonate (vishing) e che, appunto, complice a volte l’ingenuità, la buona fede o la scarsa cultura digitale dell’utenza (che non è una colpa) grazie a tecniche di contraffazione dell’identità dell’utente o dei dispositivi usati sembrano provenire dalle rispettive banche.