Il fronte ampissimo del No annovera, ovviamente, anche il Movimento 5 Stelle che in Sicilia sta creando una vera propria roccaforte. Non è mistero, infatti, se ad ogni ‘calata’ i big grillini come un mantra ripetono che l’Isola sarà la prima regione pentastellata.

Il condottiero di questa battaglia per Palazzo d’Orleans verosimilmente sarà Giancarlo Cancelleri, ma ci sono le famose parlamentarie che serviranno al popolo siciliano di Beppe Grillo per scegliere il candidato.

Intanto oggi Giancarlo da Caltanissetta commenta ed analizza il risultato referendario  e la situazione siciliana.

“Se a livello nazionale il SI’ è il NO si assestano tra il 60% e il 40% – dice a BlogSicilia – in Sicilia, Crocetta ed il Pd sono il valore aggiunto in negativo rispetto a tutto, aumentando di un 10% come se si trattasse di 70% a 30%. Cosa voglio dire? Che bisogna ridare la parola ai cittadini siciliani. C’è da rimettere una Sicilia al lavoro e non può farlo chi ieri ha ricevuto una delle bocciature più sonore della storia”.

Ovviamente si riferisce a Crocetta…

“Esattamente. Lui dice di non essere responsabile? Beh gli ricordo che Renzi è venuto in Sicilia sei volte negli ultimi quattro mesi. Ha siglato il Patto per il Sud nella Valle dei Templi con Crocetta che lo contrassegnava. Ha firmato tre patti con altrettante Città metropolitane, ha fatto la festa dell’Unità nazionale a Catania e presentato a Taormina il prossimo G7 con Crocetta che chiedeva un milione e 200 mila euro per fare l’Expo. Ma di cosa stiamo parlando? Altro che defilato, Crocetta è all’interno del Pd e ha sostenuto l’attività del governo Renzi. Oggi deve assumersene la responsabilità. Se poi si dimette o meno, sta a lui…”

Come legge il dato del 40% dei SI’. È il ‘peso politico’ del dimissionario premier Renzi?

“Sono convinto che nel 40% del SI’ c’è anche gente che vota per il Movimento 5 Stelle, ma che al referendum non ha votato per il No. Ho conosciuto un barista di Tusa l’altro giorno che diceva votare SI’, ma alle Regionali voterà per noi. È un grosso errore fare somme algebriche tra chi componeva i due schieramenti attribuendo poi percentuali su eventuali sondaggi. In questo sbagliano il Pd e gli altri partiti. Noi non valutiamo i dati in questo modo. È improponibile pensare il Pd al 40%”.

Intanto voi potreste avere la strada spianata nonostante l’inchiesta sulle firme false…

“Noi dobbiamo continuare a lavorare come abbiamo fatto in questi anni cercando di essere sempre più credibili e cercando di guadagnarci sempre più la fiducia dei siciliani. Quello di ieri non era un voto per il nostro movimento, ma era un voto contro una follia…”.

Tornando alla Sicilia, quali speranze? 

“Dobbiamo scegliere un modo diverso di governare una regione. Basta con questo modo dell’arroganza, autoreferenziato. Già oggi leggo dichiarazioni di esponenti democratici dell’Isola…”.

A cosa si riferisce in particolare?

“Già ci sono i topi che abbandonano la nave. Stanno già iniziando a disconoscere. È un classico da ‘vergogna’. Li aspetto al varco delle prossime elezioni. Quante facce ho visto accanto a Renzi, che gli stringevano la mano e oggi già tentennano…”.

Diceva prima che c’è un altro modo di governare…

“C’è invece un’altra idea di Paese ovvero quella di rimettere al centro il cittadino, i suoi bisogni e l’agire politico. Dobbiamo continuare a lavorare e – come dico sempre da quattro anni – non sarà l’uomo solo al comando a cambiare in meglio la Sicilia di domani, ma cinque milioni di cittadini. Ognuno deve fare la propria parte per ciò che gli spetta o questa terra non cambierà mai. L’anno prossimo, quando si voterà in Sicilia, non chiederemo un voto, ma che ogni cittadino faccia un contratto con se stesso. Ogni siciliano dovrà diventare imprenditore di se stesso, che è un bel concetto. A livello nazionale ieri, c’è stata la netta dimostrazione che l’uomo solo al comando non funziona…”. 

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