“All’indomani della necessaria demolizione del Ponte Graci, fra Misterbianco e Motta Sant’Anastasia, eravamo subito intervenuti finanziando con oltre due milioni di euro la ricostruzione dell’arteria, nonché la riqualificazione del sottopasso di via Rosolino Pilo. Poi, giorno dopo giorno, abbiamo dato costante impulso ad Anas per svolgere i lavori nel più breve tempo possibile, al netto dei ritardi dovuti al lockdown. Oggi il nuovo sovrappasso sulla Ss 121 Catania-Paternò prende forma. Confidiamo nel completamento dell’opera entro la metà di settembre, per restituire presto alle due comunità questo fondamentale collegamento viario. Il Governo Musumeci era intervenuto, sebbene la ricostruzione non fosse di nostra diretta competenza, proprio a tutela di cittadini e imprese della zona”.

Lo ha affermato l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone, nel corso del sopralluogo svolto in nottata al cantiere dell’ex Ponte Graci, sovrappasso della Ss 121 Catania-Paternò. L’esponente del Governo Musumeci, in presenza anche del sindaco di Motta Anastasio Carrà, ha preso visione del varo nel nuovo impalcato in acciaio.

In tema di infrastrutture e viabilità, e nella fattispecie per quanto riguarda il viadotto Himera, la cui riapertura è prevista per il 31 luglio, oggi i deputati regionali del M5S sono andati all’attacco proprio dell’assessore Falcone.

“Ora l ‘assessore Falcone, che non credeva che ciò fosse possibile, perché evidentemente usa come metro le capacità operative del governo Musumeci, si dimetta, come aveva promesso di fare se la data del 31 luglio fosse stata rispettata” dicono adesso i deputati del M5S all’Ars che venerdì prossimo saranno sul viadotto della Palermo-Catania per festeggiare l’occasione.

Sui tempi di consegna del viadotto si è consumata, nei mesi scorsi, una vera e propria sfida con la Regione che denunciava i ritardi di Anas e l’azienda delle strade che sottolineava come questi fossero dovuti, dopo i primi rinvii, alla contingenza dello stop imposto dall’emergenza covid19. Mentre forze politiche come Sicilia nazione avevano avviato un conteggio dei ritardi, l’assessore forzista Falcone aveva lanciato una scommessa offrendo le proprie dimissioni nel caso in cui si fosse veramente riusciti a rispettare i tempi.