“Apprendiamo dalla stampa che il presidente Crocetta sarebbe pronto ad attribuirsi poteri ad egli non afferiti, in materia di accorpamento delle Camere di Commercio decidendo, di fatto, di bloccare i procedimenti previsti dal decreto 156 del 2011 al quale i commissari individuati dal Ministero si sono attenuti e ritardando, così, ulteriormente, la razionalizzazione già avviata nel resto del Paese, secondo cui le camere di commercio da nove diventeranno quattro”. Così dichiarano i deputati all’Ars e alla Camera M5S del Catanese.

“L’eccesso di zelo del presidente, che “vuole vederci chiaro sulla distribuzione dei seggi”, – continuano i portavoce Cinquestelle – più che da fatti oggettivi, appare provenire da una maldestra imbeccata dalla “buca da suggeritore” che tira in ballo scenografiche, quanto strumentali, inchieste giudiziarie. Il presidente Crocetta dovrebbe sapere, ad esempio, che nel processo di accorpamento delle Camere di Catania Siracusa e Ragusa, a seguito della direttiva cautelativa del 6 aprile, pervenuta ai commissari nominati dal MISE da parte dell’assessore alle Attività produttive, che estendeva dal 5 al 30% le verifiche a campione sulla regolarità associativa e contributiva di tutte le organizzazioni interessate, e del 100% delle associazioni protagoniste di presunte iscrizioni anomale, già dall’ 8 aprile gli esiti di tali controlli sono stati depositati, nel pieno rispetto delle regole impartite dall’Organo competente”.

“Per quanto riguarda i ripetuti riferimenti a FAPI ed Euromed, – vanno avanti dal Movimento 5 Stelle – al protocollo dell’assessore regionale sono presenti le rinunce formali delle due organizzazioni. Tra l’altro, pare che FAPI ed Euromed fossero già state escluse dall’attribuzione di seggi sin dai primi controlli”.

“Tale presa di posizione, – concludono – in contrasto con i decreti ministeriali che hanno individuato già dei commissari che hanno svolto per tempo tutti gli adempimenti propedeutici ai decreti che giacciono nella borsetta dell’assessore Mariella Lo Bello (la stessa che il 20 marzo dichiarava il proprio impegno a non rallentare l’accorpamento), rischia di inficiare ad esempio le imminenti strategiche nomine del Cda della SAC che nei prossimi anni gestirà ingentissime risorse economiche e il processo di quotazione in borsa. Non vorremmo che tale “eccesso di zelo”, al limite dell’ingerenza, fornisse un assist alle mire del già noto Ivan Lo Bello, allora si che l’Anac dovrebbe intervenire”.

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