Le Salinelle di Paternò, dove si contano almeno una decina di bocche attive, sorvegliate speciali. Nel corso di un vertice, i ricercatori dell’Ingv e i tecnici del Dipartimento di Protezione civile si sono confrontati sul fenomeno.
“Abbiamo fatto il punto della situazione a qualche giorno di distanza dall’evento che si è verificato – ha detto Giorgio Capasso ricercatore dell’Ingv – Dal punto di vista scientifico per noi non rappresenta una novità, ma è nella normale evoluzione di quello che può essere un’emissione legata ai vulcanetti di fango delle Salinelle di Paternò, che negli anni hanno variato sia punto di emissione che flusso totale di gas emesso. Per noi il fenomeno ha un interesse e una valenza scientifica, non di monitoraggio legato alla pericolosità del sito – continua l’esperto – Abbiamo portato il nostro supporto e la nostra conoscenza per definire meglio quali possano essere i problemi legati allo spostamento di questi punti di emissione”.
“In questi casi – afferma Capasso – c’è un contatto diretto con quelle che sono le esigenze della Protezione Civile, relative ai rischi che si possono incontrare; il nostro supporto fornisce eventualmente una stima della pericolosità”. Nessun rischio reale, ma interessi legati ad eventuali progetti di ricerca, quindi.
“Tutto il campo delle Salinelle di Paternò ha una storia veramente antica. Fortunatamente – conclude l’esperto dell’Ingv – gran parte di quest’area è già un geo sito e non ha problemi legati all’antropizzazione, tranne che in piccole parti in cui si è verificato questo evento la settimana scorsa”.
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