Una task force per verificare l’andamento della sanità siciliana, distinguere le eccellenze dai punti di crisi e stringere un patto che porti ad una vera integrazione fra sanità pubblica e privata convenzionata.

Prende forma il piano della Sicilia per la sanità di domani “Ci sono ottime realtà, ma anche vicende che provocano indignazione. Questo secondo aspetto deve cambiare. Come presidente della Regione, come siciliano, come utente della Sanità prometto che farò quanto in mio potere per eliminare situazioni del genere” aveva detto Renato Schifani nei primi giorni del suo mandato prendendo confidenza con l’attuale situazione e dopo una prima visita al policlinico di Palermo.

Una task force

In quella occasione Schifani aveva parlato di costituire, all’interno dell’assessorato, una task force ristretta e qualificata che, in tempi brevissimi, realizzi un rapporto approfondito sullo stato dei luoghi di tutte le aree d’emergenza siciliane, sottolineando eventuali disfunzioni e soluzioni.

E il neo assessore Giovanna Volo ieri ha iniziato da una visita proprio al Policlinico di Palermo lanciando con chiarezza la sua idea di efficienza e rapidità

L’integrazione pubblico privato

La sanità siciliana “ha offerto una prova straordinaria contro il Covid19 – aveva aggiunto Schifani – adesso, deve affrontare una delicata fase post-pandemica, valorizzando le eccellenze professionali che ha, sia nel pubblico che nel privato”.

“L’urgenza è sempre stata gestita dal pubblico. Una eventuale estensione dovrebbe essere oggetto di una contrattazione e se ne potrebbe discutere soltanto in presenza di una intesa valida e condivisa, in grado di dare una risposta più efficace”.

I privati pronti alla sfida

E con una lettera indirizzata sia al Presidente della Regione che al neo assessore alla salute gli operatori della sanità “privata” si dicono pronti alla sfida “Confindustria catania con la sua sezione servizi sanitari – si legge nella lettera – accoglie con grande favore le dichiarazioni del Presidente Schifani per una gestione del servizio sanitario in ottica di reale e proficua integrazione pubblico-privato”

Accordi esistenti

“La componente privata ospedaliera del Servizio sanitario nazionale. continua l’articolata lettera – avverte da anni la responsabilità  l’urgenza di dare risposte risposte efficaci per dare soluzioni alle principali criticità che registra l’assistenza…. da anni esistono protocolli fra le Case di Cura accreditate e i Pronto Soccorso… riteniamo che una programmazione condivisa che abbia come obiettivo garantire una assistenza di qualità e tempestiva non possa, però, conciliarsi con rigidi tetti di spesa.

Intervenire sui budget

Le Case di Cura sono pronte alla sfida, dice in pratica la lettera, ma occorre ridefinire i tetti di spesa. Così Confindustria rivolge una sorta di appello alla valutazione “venga stabilito che le prestazioni di emergenza urgenza possano essere remunerate anche se rese oltre il tetto di spesa assegnato”.

“Ciò consentirebbe alle cliniche di accogliere il paziente attivando un meccanismo virtuoso che già nel breve termine attenuerebbe il sovraffollamento delle aree di emergenza e disinnescherebbe il vortice di violenza che l’esasperazione dell’utenza produce”.

I conti di confindustria

Per il 2022, secondo le cliniche convenzionate, sarebbe sufficiente un aumento dei budget del 5% poer completare l’anno e far partire subito il servizio e avere il tempo di programmare per il 2023

 

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