“Nell’attuale società ‘liquida’ sono tanti quelli che si adattano secondo la comodità e l’interesse personale: da qui la corruzione (purtroppo molto diffusa) e l’illegalità”.

Lo ha affermato l’arcivescovo di Catania, Salvatore Gristina, in occasione della sosta del Fercolo di Sant’Agata in piazza Stesicoro. “Questa festa di S. Agata 2019 – ha aggiunto – ci coglie in un momento particolarmente delicato della vita socio-politica del nostro Paese, e in modo ancor più particolare della nostra città di Catania a causa del suo dissesto finanziario. La nostra Città, parafrasando Isaia, sembra come la Città ‘abbandonata’, ‘devastata’ da tanti mali antichi e recenti che preoccupano tutti noi, specie chi riveste un ruolo istituzionale: malaffare, corruzione, degrado urbano, disoccupazione, mafia, cattiva politica. Ma proprio in queste attuali circostanze – sottolinea mons. Gristina – Catania più che mai ha bisogno di ‘alzarsi’ e di ‘stare in piedi’ con fierezza, come Agata che non cedette alle lusinghe del maligno. Il dissesto economico del nostro Comune – ha osservato l’arcivescovo – crea, è vero, tante situazioni di grave disagio tra i nostri concittadini, a partire dai più poveri e indifesi: anziani, disoccupati, disabili, giovani, bambini, lavoratori Nonostante tutto, però, non dobbiamo permettere che ci venga rubata la speranza, il progetto di un futuro migliore, di un tempo di rinascita: per questo – ha detto mons. Gristina – è necessario riunire tutte le forze per costruire una città-comunità”. L’arcivescovo ha segnalato il rischio della “polarizzazione, l’idea che si è arrivati a un punto in cui tutti debbano schierarsi per l’uno o per l’altro, comunque contro qualcuno”.

“Ne è segno – ha aggiunto – un linguaggio imbarbarito e arrogante, che non tiene conto delle conseguenze che le parole possono avere. Stiamo attenti a non soffiare sul fuoco delle divisioni e delle paure collettive, che trovano nel migrante il capro espiatorio e nella chiusura un’improbabile quanto ingiusta scorciatoia. La risposta a quanto stiamo vivendo – ha concluso mons. Gristina – passa dalla promozione della dignità di ogni persona, dal rispetto delle leggi esistenti, da un indispensabile recupero degli spazi della solidarietà”.

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